Roma, giovedì 28 novembre 2013 – Ha fatto registrare numeri da capogiro la 28ma edizione del Romaeuropa Festival, che si è conclusa la scorsa domenica con lo spettacolo . In 2 mesi di programmazione, sono stati presentati a Roma ben 37 eventi per un totale di 70 progetti performativi in 13 spazi differenti della Capitale, a cui si sono aggiunte numerose altre occasioni di incontro, dibattito e approfondimento con i protagonisti del’edizione appena conclusa. «L’arte reagisce» (The Art Reacts) è la traduzione in italiano del titolo di quest’anno. Reagisce alla crisi e alle difficoltà economiche. In effetti se si pensa agli spettatori che hanno seguito gli eventi in cartellone, 24.000 in tutto, appare chiaro come le arti performative e la cultura facciano ormai parte del Dna della Capitale, che nel tempo ha saputo diffondere il piacere dello spettacolo dal vivo e dell’innovazione tra i romani. A loro si devono aggiungere i visitatori di «Digital Life 2013-Liquid Landscapes», quarta edizione della mostra prodotta dalla Fondazione Romaeuropa, allestita al Macro Testaccio, prorogata fino a domenica 8 dicembre, e della personale «Stigmata» di Jan Fabre, organizzata dal MAXXI che sarà visitabile fino fino al 16 febbraio 2014.

Un risultato per certi versi straordinario in una stagione particolarmente difficile per le risorse delle attività culturali, confortato dai dati che ha fatto registrare il web e i media digitali nei mesi del festival. 70.000 visite uniche sul sito della Fondazione, un fiume inarrestabile di tweet, un incremento del 38% della community di Facebook e di oltre 30% sul canale You Tube, e più di 20.000 accessi al sito Metamondi di Telecom Italia, dove è possibile rivedere, on demand e gratuitamente fino a giugno 2014, i 4 spettacoli della rassegna. Un bilancio più che positivo e quasi inatteso, considerata la flessione dichiarata dalla SIAE sulla partecipazione del pubblico agli eventi teatrali, ma soprattutto un successo non scontato, il cui merito va principalmente al pubblico attento e appassionato che segue da anni le attività della Fondazione, e ai tanti giovani che si sono avvicinati per la prima volta alla proposta artistica di Romaeuropa.

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