Roma, mercoledì 22 maggio 2013 – “A me piace andare, vedere e riferire, e non farmi raccontare da altri ciò che è successo” Questa era Ilaria Alpi, giornalista del Tg3 assassinata a Mogadiscio insieme al suo cineoperatore Miran Hrovatin, il 20 Marzo 1994. Un colpo alla testa per ognuno dei due, un singolo colpo a far sbiadire in un attimo qualsiasi allusione di attentato; in verità fu una vera e propria esecuzione di cui i moventi restano ancora sconosciuti. Ilaria era una giornalista onesta e sincera,  una che non si fermava all’apparenza ma che scavava in fondo, come una vera professionista, come chi crede di poter cambiare il mondo con la sete di giustizia ed è stato proprio questo suo stile di vita che, probabilmente, la trascinò verso la morte.

“C’è una strada nel deserto, immersa nelle sabbie. Una linea lunga e nera che penetra nel cuore della terra, verso la fine del mondo…”. Potresti camminarci su quella strada per una vita intera, senza incontrare mai nessuno.Perché non serve a nessuno, non ha nessuna utilità pratica. Perché sotto di essa sono nascoste e sepolte le vergogne degli Stati: residui tossici e sostanze radioattive che inquinano e uccidono il nostro pianeta. Tutti sappiamo, ma non abbiamo le prove, o chi sa non parla, perché ha paura, perché sono cose e argomenti intoccabili e non bisogna neppure pensarli. Una verità celata sotto le sabbie, un segreto da svelare per smascherare i demoni e le loro macchinazioni, per tagliare quei fili che ci tengono legati e imbavagliati e poter combattere per un mondo dove vinca il senso di giustizia, dove tutti si abbia il diritto di esistere”.

Quello andato in scena dal 14 al 19 Maggio è stato un piccolo capolavoro. Confusa nel suo limbo Ilaria, interpretata da Rita Pasqualoni, ricorda le fasi che l’hanno condotta in Africa e trascina il pubblico in quell’atmosfera magica e incerta dove nulla è scontato e nulla è sicuro. A farle da spalla due attori del calibro di Pierfrancesco Ceccanei e Antoinette Kapinga, magistrale l’interpretazione di Romano Talevi che oltre ad aver scritto e diretto lo spettacolo, interpreta lo stesso Miran Hrovatin. Straordinaria la sceneggiatura, curata da Verunska Nanni che, con quella strada tratteggiata,  immerge all’istante lo spettatore in un mondo diverso, semplici ed efficaci i costumi di Mariella D’Amico, importante il gioco di luci curate da Filippo Torre Swicth sempre puntuali ed efficaci, e per l’ultimo, ma non meno coinvolgente, l’incessante gioco di percussioni di Giulio Viglianti. Sabbie vuole essere un omaggio ad Ilaria, ma anche a tutte le storie che ancora oggi vengono insabbiate.

Sergio Mastrofrancesco