Roma, venerdì 18 maggio 2012 – Sarà al Complesso del Vittoriano di Roma fino al 30 giugno 2012 la mostra su Salvador Dalì, organizzata in collaborazione conla FondazioneGala– Salvador Dalì. Alla conferenza stampa tenutasi il giorno dell’inaugurazione erano presenti oltre all’organizzatore della mostra Alessandro Nicosia anche l’Assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani Gianluigi De Paolo, il Professor Louis Godart a nome della Presidenza della Repubblica, l’Ambasciatore spagnolo in Italia Alfonso Lucini, nonché il presidente della Fondazione Ramon Boixados e le curatrici della mostra Montse Aguer e Lea Mattarella. Tutti d’accordo nell’affermare che Dalì non è stato spesso accolto in Italia con esposizioni degne del suo genio. «E’ una mostra costruita con un doppio passo, da una parte c’è la spettacolarizzazione mentre dall’altra c’è lo studio e la ricerca» dichiara Lea Mattarella. Salvador Dalì viene dunque mostrato sia come artista che come uomo, poiché la sua vita stessa era arte. Il suo talento artistico ha trovato espressioni in svariati ambiti: è stato infatti pittore, scultore, scrittore, fotografo e cineasta ma è conosciuto come uno dei più grandi interpreti del surrealismo.
La mostra si pone il compito di tessere il filo tra l’artista e l’uomo per restituire a tutto tondo il genio di Dalì. Il percorso espositivo è diviso in tre parti. Nella prima sezione viene analizzata l’attenzione di Dalì verso la pittura e la scultura del passato. Nella seconda viene presentato un gruppo di quadri da cui si evince la perfetta tecnica pittorica dell’artista spagnolo che racconta, con spietato realismo, un mondo onirico inquietante. Nella terza l’esposizione si racconta il rapporto tra Dalì in vita e il nostro Paese.
Tra le opere esposte ci sono L’autoritratto con collo di Raffaello, le Impressioni d’Africa, L’Angelus architettonico di Millet nonché le sue innumerevoli opere surrealiste. Poco pubblicizzata la sua presenza ma forse l’opera che crea più interesse tra i visitatori, la prima versione della Madonna di Port Lligat. E’ inoltre presente una ricca collezione di giornali e di riviste con cui Dalì collaborò. Come Giotto due anni fa e Van Gogh l’anno scorso, la mostra promette di sbancare la primavera museale italiana.
di Camilla Pascucci