Roma, giovedì 29 ottobre 2015 – La Juve va in ritiro. La seconda grande notizia di questo turno infrasettimanale arriva al termine della prima: la sconfitta contro il Sassuolo, che allontana la squadra di Allegri dai vertici della classifica. I numeri sono impietosi. In 10 gare i bianconeri hanno perso quattro volte, pareggiato 3 e vinto 3. Su 30 punti in palio ne hanno raccolti 12 e rimangono fermi al 12° posto tra Genoa e Chievo in un turno che vede tutte le grandi vincere e allungare (tranne la Lazio). Soprattutto si è rivista una Juventus priva di gioco, di coralità, di capacità di essere cattiva e determinata. Le squadre di Ferrara e Del Neri non erano così e non avevano, dopo dieci incontri, un punteggio così basso. Contro il Sassuolo, al di là degli errori arbitrali, la Juventus ha subito due tiri e preso un gol (su calcio piazzato). Ma di contro ha prodotto obiettivamente poco. Ha fraseggiato ancora meno. E priva di Marchisio non riesce a trovare il modo di legare i reparti. Insomma è in mezzo al guado, nella parte bassa della classifica, ma quello che sconcerta è che merita di essere dove si trova. A questo punto della stagione non ci sono più alibi. Dopo quattro mesi di allenamento una squadra o ha trovato il gioco e un’identità, oppure è destinata a galleggiare nella terra di mezzo. La Juventus sembra destinata a questo trend, con buona pace di tutti i suoi supporter.

Adesso arriva il ritiro, ossia uno dei tentativi per cercare di raddrizzare le cose quando arrivano risultati negativi. Ma serve? E cosa vuol dire? Che durante la settimana la squadra e i giocatori in particolare non si sono allenati con concentrazione? E ancora: è un problema di testa o un problema di uomini? Ovvero, si è certi che la squadra allestita quest’anno sia all’altezza? Lemina, Hernanes, Zaza, Rugani che non ha mai giocato un minuto ufficiale in campionato, sono uomini da Juventus? Lo stesso Morata può essere un trascinatore? E Dybala? Il problema sta nel fatto che partito Pirlo non si è andati a cercare un’alternativa in regia per avere il ruolo coperto da due giocatori in caso di infortuni. Altro problema è che si è scelto di investire troppo nei giovani. La squadra manca di esperienza, di cattiveria, di maturità. Terzo problema, partito Tevez si doveva investire in una punta che fosse all’altezza di segnare tanto quanto Carlitos. Mandzukic non vale Tevez, forse vale Llorente. Tre errori madornali, fondamentali, assurdi e incomprensibili che si vorrebbe superare con un ritiro. La Juventus è ha investito malissimo il suo tesoretto e adesso si ritrova ad essere già fuori dalla corsa scudetto, e forse anche dal terzo posto, e con questa squadra non si va lontano in Champions. La sbornia dell’ultima stagione ha offuscato le capacità critiche e operative dei vari Marotta e Paratici, e anche di Allegri, che pare incapace di allestire una squadra e un gioco degni di questo nome.

Dopo il ritiro cosa ci sarà? Se non si raddrizza la rotta. Se con il Torino arriva 1 punto o nessun punto, quale altra strada si dovrà percorrere? L’esonero del tecnico? Il destino sembra tracciato. Se Allegri non trova il modo di dare continuità di gioco e di risultati non arriverà a Natale. Detto questo di certo la società varerà un maxi piano di investimenti a gennaio, per rinforzare una rosa acerba, svendendo e bruciando giocatori come Zaza, Rugani, Hernanes e Lemina, Mandzukic, così come fece con Giovinco, per trovare quei campioni che ha mancato di acquistare in estate. Ossia un attaccante di razza e un regista di qualità (o un trequartista di qualità). Un modo insomma per spendere due volte e male. C’è da essere preoccupati per questa squadra e per una stagione storta arrivata con una stagione di ritardo. Tutti si aspettavano, dopo la partenza di Conte, che l’annata grigia fosse quella passata. Invece si è quasi sfiorato il Triplete. Adesso sono arrivati i nodi al pettine per giocatori e per allenatore, che forse non ha saputo opporsi ad acquisti sbagliati, o che ha avallato e richiesto determinati elementi, ma che comunque non riesce a ottenere risultati a una squadra che è stata costruita con una spesa di 100 milioni. Il rischio adesso è che la squadra sfugga del tutto di mano al tecnico.

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