Roma, giovedì 24 gennaio 2013 – Platone narra il mito secondo cui l’uomo primitivo non era nè maschio nè femmina, ma aveva in sè sia elementi maschili che femminili, era completo, perfetto e felice.Poi Zeus, invidioso, decise di dividere l’uomo in 2 parti, una con gli elementi maschili (l’uomo), l’altra con quelli femminili (donna). E da quel giorno l’uomo ha cominciato a cercare disperatamente la sua metà, perchè senza di lei si sentiva incompleto, infelice. Solo che, per quanti tentativi facesse, non riusciva mai a trovare la sua metà esatta.Cosi’ i due individui andranno alla perenne ricerca della loro parte mancante per riacquistare la loro completezza, ricongiungendosi alla loro meta’. Come le due meta’ di una mela, perfettamente combacianti. Questo mito, chiamato “il mito delle metà, rispecchia in pieno il momento della squadra capitolina. Semifinale. Semi-Roma. Si, è un gioco di metà. Perché la Roma gioca un tempo e l’altro lo lascia quasi tutto all’Inter. Perché nonostante il gol di Palacio poco prima della fine del primo tempo, i giallorossi hanno compiuto comunque metà dell’opera. Una metà però che ha rischiato essere fatale per gli uomini di Zeman, che nel primo tempo potevano benissimo stare avanti di 4 gol, considerando l’auto doppio palo di Handanovic e il salvataggio sulla riga di Ranocchia. Invece indovinate quanti ne ha seganti la Roma nel primo tempo?

Esultanza Destro
Esultanza Destro

La Roma parte a velocità doppia e gli ospiti stanno a guardare. Dopo un paio di guizzi di Destro, che non impensieriscono Handanović, ci pensa Florenzi a sbloccare il risultato al 13’: è un altro ottimo cross di Piris a imbeccare l’incornata del centrocampista giallorosso. Passano pochi minuti e l’Inter reagisce con Guarín che, a portiere immobile, colpisce il palo esterno. È solo una vampata, è ancora la Roma a tessere le trame di gioco: nell’ azione successiva capitan Totti si ritrova a quattr’occhi con il portiere nerazzurro, ma lo sloveno non abbocca alle finte e gli impedisce il tiro, Lamela raccoglie la sfera e batte a porta sguarnita, ma Ranocchia riesce a salvare. Poco dopo la mezzora i capitolini raddoppiano, l’ennesimo traversone di Piris trova la testa di Destro che buca Handanović sul primo palo e concretizza quanto buono di fatto dai suoi compagni. Ma quando nessuno se l’aspetta il Biscione torna a mordere di soppiatto. Al 44’ la Roma cade in una delle sue solite ingenuità: Cambiasso accelera, senza alcuna pressione da parte dei giallorossi, la battuta di un calcio di punizione lanciando Palacio che, sfuggito da marcature, può colpire con facilità e battere Stekelenburg: 2-1.

La ripresa riprende su ritmi più blandi. La squadra di Zeman appare meno lucida nei metri finali ed è invece l’Inter a pressare nella metà campo avversaria. Al 68’ la difesa capitolina vive istanti di fuoco, Piris regala il quarto assist quotidiano ma stavolta a Palacio che si ritrova a centro area con la palla tra i piedi: l’argentino non ci pensa su due volte e prova il tiro, ma Burdisso e Castán si immolano facendo da muro e salvando il risultato. Al 77’ è un altro argentino a tenere i giallorossi col fiato sospeso: Ricardo Álvarez, appena subentrato, toglie il pallone a Balzaretti e dall’angolo dell’area tenta un tiro a giro che esce di un soffio. Pochi giri di lancetta e Ricky Maravilla ci riprova, atterra Castán e Tachtsidis ma sul suo tiro mura Perrotta stavolta. All’ultimo minuto Destro libera Lamela con un tacco illuminante, ma l’esterno romanista non se la sente di tirare col piede debole e tergiversa permettendo il recupero di Nagatomo. La partita di fatto, finisce qua, e i padroni di casa proseguono la loro imbattibilità contro i nerazzurri ora arrivata a sei incontri consecutivi.

La squadra di Stramaccioni esce comunque soddisfatta dall’Olimpico, con quel gol di Palacio che lascia ancora tutto aperto per il discorso qualificazione, e che rimanda ogni decisione alla partita di ritorno, che si giocherà a Milano il 17 aprile per problemi burocratici. Gli uomini di Zeman escono invece con l’amaro in bocca, con quell’aria di occasione persa. E hanno ragione viste le numerose palle gol nel primo tempo e quella disattenzione fatale sul gol dell’attaccante neroazzurro.

Sono pochi gli umani che riescono a ritrovare la propria metà. Sono fortunati coloro che la trovano. Ma bisogna stare molto attenti perché a volte è capitato che qualcuno abbia trovato la sua metà, l’abbia riconosciuta e poi se la sia fatta sfuggire. Un po’ come la Roma. Ma se i giallorossi riuscissero, un giorno, a trovare la loro metà, non ce ne sarà più per nessuno. Nemmeno per gli Dei.

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