Grande successo per il blog “Cicciones”, il sito di denuncia a difesa della socialità e della dignità di donne e uomini obesi, dove si affronta anche il problema della discriminazione nel lavoro e nei rapporti interpersonali

di Elisa Savo
redazione@lacittametropolitana.it

Roma, domenica 11 gennaio 2009 – Grasso è bello: è questa l’idea centrale del cliccatissimo postblog “Cicciones” , che si affaccia da meno di un anno nella piazza di Internet. In controtendenza all’immagine delle ragazze copertina, veline, modelle e uomini dal fisico scultoreo, “miti” di una società fashion victim come la nostra, i “Cicciones” vogliono rappresentare il primo passo per dare voce al modus vivendi delle persone in soprappeso. Uomini e donne che sin dalla tenera età spesso subiscono vere e proprie forme di discriminazione a causa dei loro chili di troppo nel lavoro e nei rapporti interpersonali.

Si tratta di un portale dove poter denunciare episodi di razzismo, raccontare la propria esperienza, dove poter mettere in luce le proprie capacità e doti che non siano necessariamente fisiche. Una vetrina virtuale dove si affronta il problema della discriminazione in tutte le sue forme riportando news sempre aggiornate su tale tematica.

Il peso della vita
Un piazza online aperta e solidale per porre all’attenzione di tutti, come la nostra società civile, soprattutto con il contributo dei media, finisca per emarginare un’ampia parte dei suoi stessi membri. Obiettivo principale del web site è quello di porre il primo mattone della cosiddetta “rivincita dei ciccioni”, così viene definita dai creatori del blog, essenziale per restituire loro la dignità che meritano e aumentare la consapevolezza anti-razzista.
L’originalità e il successo del sito sta nel fatto che non si tratta del solito portale che si occupa del fenomeno dell’obesità principalmente dal punto di vista medico, fornendo rimedi e consigli su come uscirne. Nell’affrontare il problema viene utilizzata una chiave di lettura diversa. La grassezza è vista più come un male sociale che non fisico, un male che colpisce le coscienze. Si cerca di abbattere l’idea che l’unità di misura per apprezzare le persone non è più data dal talento o dal valore ma semplicemente dal peso. Non per questo, però, viene specificato, si vogliono trascurare i problemi fisici e psicologici legati ad un disturbo gravoso come questo. Infatti, non mancano spazi più approfonditi dedicati a pubblicazioni di carattere medico-scientifiche.

Dipende dai geni
Il sito Internet nasce dopo la scoperta dello studio scientifico dell’University College pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, il quale afferma che il problema dell’obesità è legato ad una predisposizione genetica.
Quello dell’obesità è un fenomeno sempre più dilagante in Europa, in cui non resta immune il nostro Paese. Secondo i dati forniti recentemente dalla Sio (Società italiana dell’obesità), in Italia il sovrappeso riguarda il 42,5% dei maschi, mentre sono obesi il 10,5%. Le donne invece sono meno in sovrappeso (il 26,6%), ma è alto il tasso di obese (9,1%). In totale, risultano sovrappeso il 34,2% degli italiani e obesi il 9,8%, due dati in continua crescita. Inoltre la Sio afferma che di obesità si muore: muoiono ben 390 persone ogni centomila abitanti ogni anno.

Curare le persone e non la malattia
Il successo di forum come quello dei “Cicciones” mette in evidenza che il problema del sovrappeso porta a disagi soprattutto psichici che, se non curati, non permettono di uscire dal problema. “Se volessimo riflettere in maniera critica – sostiene Gianleone Di Sacco, presidente della Sio – potremmo pensare che sino ad oggi qualunque sia stato l’approccio usato con gli obesi (dieta, dieta e terapia farmacologica, intervento chirurgico) i risultati sul lungo periodo sono stati fallimentari. Il problema è che probabilmente il nostro approccio al trattamento dell’obesità deve essere rivisto: non dovremmo avere come obiettivo la cura della malattia che è cronica, quindi virtualmente incurabile, ma la gestione del paziente: dovremmo fare quello che i medici devono fare sempre: cioè curare le persone e non la malattia”.

Di Massimo Marciano

Fondatore e direttore di La Città Metropolitana. Giornalista professionista, youtuber, presidente e docente dell'Università Popolare dei Castelli Romani (Ente accreditato per la formazione professionale continua dei giornalisti), eletto più volte negli anni per rappresentare i colleghi in sindacato, Ordine e Istituto di previdenza dei giornalisti. Romano di nascita (nel 1963), ciociaro di origine, residente da sempre nei Castelli Romani, appassionato viaggiatore per città, borghi, colline, laghi, monti e mari d'Italia, attento osservatore del mondo (e, quando tempo e soldi lo permettono, anche turista). La passione per la scrittura è nata con i temi in classe al liceo e non riesce a distrarmi da questo mondo neanche una donna, tranne mia figlia.