Roma, giovedì 2 novembre 2017 – Codici, l’associazione nazionale dei consumatori, rafforza la sua lotta contro la tariffazione a 28 giorni da parte dei gestori telefonici, invece di quella su base mensile. Una fatturazione, quella a 28 giorni, che per Codici «è sempre sconveniente» per i consumatori, perché i giorni in meno rispetto al mese solare, sommati alla fine dell’anno, determinerebbero di fatto la fatturazione di una mensilità in più.

«Le società di telefonia mobile e di internet – lamenta Codici in una nota diffusa oggi – stanno accerchiando i parlamentari Alessia Morani e Angelo Esposito, che hanno proposto lo stop alla fatturazione a 28 giorni affinché non venga imposta la bolletta mensile. 
Chiediamo al ministro Carlo Calenda di non cedere alle lusinghe e alle strampalate tesi delle società. Ciò che fa discutere è la giustificazione che adducono a questa richiesta: le società chiedono che almeno per la telefonia mobile, resti legittima la fatturazione a 28 giorni perché, pare, più conveniente per i consumatori. Lascino ai consumatori decidere se vogliono pagare di più!».

Secondo le compagnie telefoniche, infatti, la bolletta a 28 giorni risulterebbe più vantaggiosa per l’utente in quanto, avendo a disposizione un determinato numero di giga, chiamate, sms, riuscirebbe a non sforare e non finire a dover pagare a consumo. Secondo Codici, invece, «è chiaro che questa non può essere una valida motivazione: piuttosto si tratta di un’ulteriore presa in giro per gli utenti».

«I consumatori – sostiene Codici – non hanno l’anello al naso e non possono sottostare ad atteggiamenti del genere: mentre la fatturazione a 30/31 giorni potrebbe diventare sconveniente solo in caso di eccessivo consumo da parte dell’utente, che una volta terminate le promozioni dovrà pagare a consumo, la fatturazione a 28 giorni è sempre sconveniente, in quanto ci si ritroverà a dover pagare una mensilità in più. L’Associazione Codici è esterrefatta dalle dichiarazioni delle società di telefonia, in quanto non si può far passare come un regalo ai consumatori quello che in realtà è un tentativo di raggiro che fattura un miliardo in più all’anno. I parlamentari non si facciano intimidire dal pressing delle società e continuino con forza sulla loro strada, affinché queste pratiche scorrette non persistano ancora un giorno in più».

Di Stefania Basile

Sono nata nel 1977 all'estremità meridionale della Calabria tirrenica, nella città di Palmi, che si affaccia sullo stretto di Messina e sulle splendide isole Eolie. Amo le mie origini e Roma, la città dove vivo per motivi professionali. Come diceva la grande Mia Martini: «il carattere dei calabresi a me piace moltissimo. Possiamo sembrare testardi, un po' duri, troppo decisi. In realtà siamo delle rocce, abbiamo una grande voglia di lavorare e di vivere. Io non sono di origine, io sono proprio calabrese!».