Roma, martedì 1 marzo 2011 – Juventus: stagione fotocopia dello scorso anno. Anzi per il momento, se possibile, la squadra di Delneri sta facendo peggio. Infatti ha tre punti in meno rispetto a Ferrara e un piazzamento peggiore. La sconfitta in casa con il Bologna, la quarta dopo quelle subite con Palermo, Parma e Udinese, dà una scossa solo ai tifosi, che dopo la lunga tregua ricominciano a bersagliare di nuovo giocatori e tecnico. Indicativi della rabbia i cori in favore di Marcello Lippi. Per il momento la società è quasi salva dalla contestazione. Si prospetta insomma un nuovo delirante finale di campionato bianconero con poche certezze sul fronte dell’allenatore. Rassicurato dopo il 2-0 di Lecce, messo in discussione dopo lo 0-2 di Torino. La certezza però è quella di avere perso tutti gli obiettivi stagionali: Campionato, Champions League, Coppa Italia. più una disastrosa eliminazione dall’Europa League. Forse Delneri riuscirà ad arrivare a fine stagione, ma a questo punto del percorso, con gli scarsi risultati di gioco ottenuti, il suo destino appare segnato. Non avrà una seconda chance. Perché la crisi bianconera, prima di essere una crisi di punti e di piazzamento, è soprattutto una crisi di gioco. La Juventus non ha mai brillato per l’organizzazione degli schemi e la bellezza di contenuti. Il carattere è sempre stato il suo primo pregio. Per il resto il bel calcio si è visto praticarlo sempre dagli avversari. Che si chiamassero Inter, Napoli, Palermo, Udinese; oppure Parma, Lecce, Bologna, Catania. L’attuale stagione sta ricalcando la precedente. La Vecchia Signora ormai fa notizia solo perché continua a sfondare in negativo tutti i record. Lo 0-2 di sabato sarà conservato negli annali del calcio per la prima vittoria dei felsinei a Torino contro la Juventus.

È chiaro che la squadra di Delneri non ha la capacità di reagire e cogliere un piazzamento in Champions. È una squadra priva di identità. La difesa è tra le più perforate del Campionato. Lo è stata anche la scorsa stagione e dunque è da lì che bisognava ripartire. Il compito dell’allenatore doveva essere uno solo. Non prendere gol. Invece la Juventus dietro gioca sempre a zona, con i quattro difensori in linea alta. E il risultato è che finora a subito 34 reti. Il centrocampo con i due esterni supporta poco la difesa e la coppia centrale non può arginare i quattro o cinque centrocampisti che si trova di fronte ad ogni incontro. La correzione doveva essere semplice: mettere sempre nove giocatori dietro la linea della palla. Catenaccio e contropiede con Iaquinta, Krasic, Quagliarella, Del Piero. Si gioca invece all’esatto contrario. Juve sempre sbilanciata in attacco e centrocampo saltato dalle piccole come dalle grandi squadre. Bene gli esterni se con la circolazione di palla arrivano sul fondo e crossano. Ma in questa Juve i traversoni dal fondo sono praticamente tabù. Tanto varrebbe allora giocare con il 3-5-2. Ossia una linea centrale imbottita di giocatori per arginare gli assalti e mettere al riparo Buffon o Storari. Certo se poi, come è successo sabato scorso, un solo giocatore in area contro cinque più il portiere ha potuto segnare senza troppi affanni, allora è meglio mettere in campo la difesa della Primavera (che sta facendo strada nel torneo di Viareggio). Meno soldi, ma più grinta.

Tra le attenuanti di domenica scorsa c’è il fatto che la palla non è voluta entrare. Episodi ce ne sono stati in favore della Vecchia Signora. Ma se si vanno ad analizzare si riducono ad un palo, una parata di Viviano e un salvataggio sulla linea. Per il resto la squadra di Malesani si è difesa senza affanno, ordinata e pulita, come se di fronte davvero avesse la Primavera. Il fatto è che la Juventus non incute più timore reverenziale. Anzi è semmai il contrario. È la Juventus ad avere paura di ogni squadra. Delneri ha ormai il destino segnato. Il bel gioco di Atalanta e Sampdoria è lontano. Ha avuto tutto il tempo per impostare la squadra, per lavorarci sopra, per plasmarla. Forse non ha avuto i giocatori che voleva, ma il suo tocco doveva vedersi. Questo si aspettavano da lui tifosi e società. Invece la Juventus è informe come quella dello scorso anno. Anzi in qualche caso anche peggio. La partita di Lecce e il secondo tempo di Torino sono inguardabili. Sbagliata anche la formazione iniziale e i cambi. Un disastro tattico il cui responsabile è solo Delneri, che pure quest’anno si giocava una chance importante dopo gli esoneri di Roma e Palermo. Invece è probabile che si vada verso un ulteriore esonero, sempre che non ricominci il teatrino della scorso Campionato, con smentite e contro smentite, ritorni di fiamma lippiani, traghettatori e psicodrammi vari. Una cosa è certa la Juventus ha bruciato il sesto allenatore in sei anni. Anche questo un record da ascrivere nell’album bianconero.

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