Roma, lunedì 9 maggio 2011 – “Se non ci sono fondi per la realizzazione di grandi Festival, creiamo le basi per fare di Venezia un gran laboratorio d’arte a livello internazionale” ha dichiarato il 6 di maggio a Roma Paolo Baratta il Presidente della Biennale durante la Conferenza Stampa di presentazione della Biennale di Venezia presso la Sala Stampa Estera in via dell’Umiltà 83/C. Baratta è stato coadiuvato nella presentazione dei lavori del Festival da Ismael Ivo, direttore artistico dell’Arsenale della Danza (11 maggio – 25 giugno), e da Alex Rigola, direttore della Biennale Teatro (10 – 16 ottobre). La Biennale vuol divenire uno dei principali poli di formazione per dare la possibilità alle nuove leve di tuffarsi nell’arte con i grandi maestri del nostro tempo. È prevista l’apertura verso l’esterno attraverso situazioni Open Doors – a porte aperte – in cui la creatività diventi laboratorio. Nel fine settimana gli studenti condivideranno i loro momenti di studio con gli spettatori, per attuare un processo creativo più emozionante e coinvolgente. La Biennale si trasforma in una sorta di College, un punto di riferimento per la formazione, aperto alla sperimentazione tra vari generi artistici. “Per la Biennale abbiamo solo un milione e 300 mila euro, di cui 70 mila vanno al settore Danza, ed il resto al comparto Teatro e Musica. Ciò ha reso necessaria un’operazione complessa di reperimento risorse attraverso altri canali, quali la Regione Veneto e sponsor privati”, dice Baratta e prosegue dicendo che i fondi saranno investiti in un progetto che se ben costruito, sarà esso stesso veicolo di nuove risorse per obiettivi straordinari ed unici. “Se si raggiunge l’eccellenza il progetto può attrarre risorse anche da altri Paesi del mondo”.

“Qui si può veramente esercitare la passione per la danza. Questo luogo deve fornire la possibilità di far nascere un nuovo pensiero, l’arte del futuro del Learning by doing, imparare facendo”, dichiara con entusiasmo il celebre coreografo Ismael Ivo, direttore artistico dell’Arsenale della Danza. L’obiettivo è quello di fare della Biennale un laboratorio d’idee, con maestri di diversa esperienza in differenti discipline, dove l’artista emergente, aprendosi a nuove prospettive, possa sviluppare un proprio linguaggio artistico personale. L’11 maggio decolla l’Arsenale della Danza con lo spettacolo “Babilonia – Il terzo paradiso” con coreografie realizzate dal maestro Ivo, ispirate alla metafora della danza quale specchio del mondo di oggi, un mix di arte, cultura e linguaggi come nell’antica Babilonia. Il mito dell’antica città irachena conduce al concetto di multiculturalità che auspica una società basata sulla convivenza tra varie culture nel reciproco rispetto delle varie identità. Lo spettacolo infatti sarà posto in scena da venticinque giovanissimi ballerini provenienti da tutto il mondo, che per cinque mesi hanno posto quotidianamente a confronto il proprio sapere creando un nuovo tipo di esperienza comunicativa.

“Perché l’arte è necessaria? Per costruire un nuovo futuro. L’arte è desiderio di vita” afferma Ivo. L’Arsenale ospiterà creazioni derivanti da grandi progetti di formazione a sfondo sociale, come quello di Lia Rogrigues Companhia de Dancas, che ha portato la danza dentro le favelas di Rio de Janeiro, ospiterà inoltre le innovative realizzazioni della scuola di Teatro-danza Milano Teatro Scuola Paolo Grassi, del Performing Arts Research and Training Studios di Bruxelles, del Rotterdam Dance Academy. Il coreografo e danzatore israeliano Emanuel Gat presenterà in anteprima mondiale alla Biennale di Venezia un lavoro sulla dinamica del corpo, lo spettacolo s’intitola “Brilliant Corners” e verrà posto in scena il 24 e 25 di giugno al Teatro Piccolo Arsenale. Gat è uno dei coreografi più all’avanguardia per la sua rilettura del repertorio classico all’insegna della contemporaneità. “La Biennale dev’essere un laboratorio pubblico di arte. Un’arte praticata tra la gente, in vaporetto, al mercato, ovunque” dichiara Ivo e prosegue: “L’arte va intesa come scuola di vita. Il repertorio classico va riproposto quale patrimonio imprescindibile, ma occorre anche dar luce a nuove narrazioni, avvicinando i vari linguaggi artistici” spiegando come la Danza sia uno specchio dell’epoca, e rivesta anche una funzione sociale pedagogica di diffusione della cultura per il progresso del genere umano.

Dal 10 al 16 di ottobre a Venezia avrà luogo il 41° Festival Internazionale del Teatro. Il catalano Alex Rigola, uno dei registi più all’avanguardia in Europa, direttore della sezione Teatro della Biennale di Venezia dal maggio del 2010, dichiara con vivacità: “La cosa più importante è condividere l’esperienza, fare laboratorio. Uno spettacolo può cambiare la tua vita. La Biennale è un Festival Campus un Agorà scenico che fornisce l’incredibile chance di poter lavorare con i migliori registi del mondo da una a tre settimane”. Il Festival Laboratorio, al pari dell’Agorà dell’Antica Grecia, consente il democratico e libero fluire delle idee. Si tratta di un Teatro di sperimentazione tra repertorio classico e contemporaneo di qualità. Un Festival di ricerca per nuove forme espressive. Si vuol fare della Biennale di Venezia un polo di riferimento internazionale per le arti sceniche contemporanee. La Biennale dev’essere uno spazio di condivisione per favorire un interscambio tra l’artista ed il pubblico e viceversa. Il Festival ospiterà i migliori nomi della scena internazionale, tra registi, coreografi, artisti, architetti, scenografi, ecc. La Biennale ha dato e continua a dar spazio ai laboratori dei più grandi registi del nostro tempo, quali l’argentino Ricardo Bartìs, lo spagnolo Calixto Bieito, l’italiano Romeo Castellucci, i belgi Jan Fabre e Jan Lauwers, l’ispano-argentino Rodrigo Garcia, il tedesco Thomas Ostermeier. Essi sono stati coinvolti da Rigola nella realizzazione di una versione personale e contemporanea dei sette peccati capitali, attraverso lo spettacolo “I sette peccati” che andrà alle scene l’ultimo giorno del Festival.

“Il Festival Internazionale del Teatro verrà inaugurato il 10 ottobre con l’Amleto di Shakespeare rivisitato dal regista Thomas Ostermeier. I primi quindici minuti dell’Amleto di Ostermeier sono momenti di teatro totale, un grande spettacolo di arte, teatro e musica nel contempo che condensa in sé lo spirito della Biennale” dichiara Rigola, e prosegue “L’Argentina è un luogo dove si sviluppano le cose più interessanti del teatro di ricerca”. La Biennale il 13 di ottobre ospiterà il regista ispano-argentino Rodrigo Garcia ed il regista italiano Romeo Castellucci che benché censurato dal Governo, all’estero è considerato un grande.

La Biennale è da 110 anni una delle istituzioni culturali più prestigiose e di tendenza al mondo. L’arte è uno spazio in movimento, in essa infatti prende corpo il vissuto del nostro tempo. Auspichiamo tutti che venga di nuovo ricollocata al gradino più alto quale portatrice di valori culturali per nuove riflessioni oltre la mera esaltazione di un livello estetico fine a sé stesso.

 

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