Roma, lunedì 4 giugno 2012 – Come succede per tutte le cose più belle, il momento più straziante è quando esse finiscono. Specialmente quando queste sono vissute con passione e dedizione da parte di chi, come Patrick Vom Bruck, ci ha messo anima e corpo per far sì che ciò potesse accadere. E’ stato questo “A tutto campo”. Passione per uno sport come il calcio, una squadra come la Roma e una professione come quella giornalistica, che insieme hanno prodotto uno dei programmi radiofonici più ascoltati e graditi dell’etere romano.

Il gruppo di "A tutto campo"
Il gruppo di “A tutto campo”

Tutto ciò non poteva però esistere senza una buona squadra alle spalle, che giorno dopo giorno lavorava senza sosta per offrire notizi sempre fresche e novità in tempo reale da offrire agli ascoltatori.  Gente come Vincenzo Canzonieri, mago dei cursori in regia, Alessio Calicchia prima e Camilla Spinelli poi, in cabina di regia in continuo lavoro,  per poi arrivare alla conduzione: qui, hanno spaziato negli anni numerosi conduttori, come Lorenzo Serafini, giovane e arguto ragazzo in procinto di diventare un grande giornalista, Antonio Felici, direttore della rivista che assegna il “pallone d’oro” “France Football” e, in passato, spalla di Patrick in voce, Carlo Lazotti, Rino Tommasi, preparatissimo giornalista sportivo ora a Sky, Flavio Grasselli, ragazzo di una grande simpatia e dalla battuta sempre pronta, Fabio Petruzzi, ex giocatore della Roma e, da poco, in voce in radio.

Hanno fatto diventare “A tutto campo” quello che è anche i numerosi e prestigiosi interventi quotidiani che si sono succeduti nell’arco di questi sei anni di diretta sui 99.80 di Radio Ies, tra i quali quelli di Carlo Zampa, icona del tifo della Roma, Graziano Cesari, ex arbitro di Serie A, Tonino Cagnucci, giornalista de “Il Romanista”, Maurizio Catalani, Ezio Sella, Roberto Bernabai, giornalista sportivo del canale televisivo “La7”. Insomma, “la creme de la creme”, l’elite del panorama radiofonico/televisivo sportivo romano, e non solo.

Il tutto, gestito magistralmente da Patrick Vom Bruck: conduttore esemplare, di invidiabile professionalità e maestro della comunicazione radiofonica e televisiva della Capitale. Una persona onesta e preparata, amante del suo lavoro e dalla battuta sempre pronta e pungente (quando serve).

Dopo sei anni di gioie, dolori, amarezze, risate, si era creata una sorta di simbiosi con gli ascoltatori, ed è per questo che è ancora più difficile comprendere le motivazioni di questa decisione. Il programma lascia in eredità una bagaglio troppo pesante da poter essere sopportato da qualsiasi altra trasmissione, perché le persone che ne facevano parte erano veramente uniche nel loro genere.

Ed è per questo che gli ascoltatori, come bambini sognatori, sperano che questo possa essere solo un arrivederci. Perché da bella storia quale è, deve avere per forza un lieto fine. Il buono e sano giornalismo non può e non deve morire mai.