Roma, Lunedì 29 ottobre 2012 – Un noto detto recita : errare è umano, perseverare è diabolico. La Roma è demoniaca da questo punto di vista. Cade sempre negli stessi errori, stesse paure, stesse incertezze, da anni. Ciò che si è visto ieri sera ha dell’incredibile: in vantaggio di due reti grazie allo straordinario estro di Lamela (in foto), sciolinando calcio per mezz’ora, non facendo mai vedere la palla all’Udinese, faceva presagire una goleada degli uomini di Zeman. Ma ci sbagliavamo di grosso. Dopo questi fantastici 30 minuti di calcio spettacolo infatti, la Roma si è seduta ed è piano piano scomparsa dal campo, lasciando spazi immensi ai contropiedi letali della squadra veneta. Dopo continui attacchi, i bianconeri accorciano le distanze con Domizzi, che si ritrova la palla sui piedi dopo un colpo di testa involontario di Osvaldo all’indietro.

Lamela
Lamela

Il secondo tempo è una disfatta. I giallorossi subiscono il pari con un gol fortuito di Di Natale, che raccoglie un tiro-cross sbagliato di Armero ed insacca il 2-2. Da qui in avanti, ci sono tentativi sterili della Roma con giocate individuali che non inquadrano però la porta. La tragedia prende corpo a tre minuti dalla fine con un regalo del Direttore di gara all’Udinese: Castan cerca in tutti i modi di evitare il contatto con Pereyra, il quale però si tuffa vistosamente, ingannando l’arbitro e invitandolo a decretare il tiro dagli 11 metri. Di Natale, con uno scavetto alla Totti, non sbaglia, e condanna la squadra capitolina ad un nuovo, ennesimo, dramma sportivo.

Sulla graticola ora ci sono tutti. Dai dirigenti, all’allenatore, dai giocatori, giovani, ai senatori. Tutti nel vortice, uniti per uscire da questa altalena di risultati, e per trovare finalmente quella continuità, quell’equilibrio che fa la differenza tra una squadra di media classifica ed una grande squadra, quale è (sulla carta) la Roma. Ora si va a Parma per dimostrarlo e per rialzare la testa.