Roma, giovedì 23 giugno 2011 – Dopo il disastroso concerto di apertura di sabato scorso a Belgrado, martedì Amy Winehouse ha cancellato le rimanenti tappe (delle 12 previste in origine) del suo tour europeo, molto atteso dopo un lungo stop dovuto ai suoi noti problemi di dipendenze e a vari problemi personali, che avevano seguito l’irresistibile successo dei primi due album. La vincitrice nel 2007 di numerosi Grammy Award con l’album “Back to Black” e il singolo Rehab, in cui parlava appunto del suo rifiuto a disintossicarsi da alcol e droghe, si è presentata visibilmente ubriaca dinnanzi ai 20 mila fan, provenienti anche da paesi vicini, che la attendevano nella capitale serba, ai piedi della fortezza Kalemgdan, dopo aver pagato i biglietti al non modico prezzo di 38 Euro.

La sua performance è stata del tutto inadeguata a una pop star del suo calibro. La Winehouse è stata vista aggirarsi intorno al palco cercando di ricordare le parole delle sue stesse canzoni e per alcuni tratti della sua performance non riusciva neppure a stare dietro ai suoi musicisti balbettando i suoi pezzi. Per ben due volte ha dovuto persino abbandonare il palco tra i fischi degli spettatori visibilmente delusi e arrabbiati. La stampa serba ha definito il concerto uno “scandalo” e il Blic daily l’ha battezzato “il peggior concerto della storia di Belgrado”. Il portavoce della cantante, Chris Goodman, è stato quindi costretto ad annunciare che Amy ha “cancellato tutte le date previste” per concentrarsi nel recupero. Ha poi aggiunto che “tutte le persone coinvolte desiderano fare di tutto per aiutarla a ritornare al meglio, e per ciò le sarà dato tutto il tempo di cui ha bisogno”.

A dire il vero poco prima di comunicare il suo ritorno sulle scene per l’anno seguente, lei stessa, lo scorso ottobre, aveva annunciato di non aver fatto uso di droghe da ben tre anni, e la settimana prima del concerto si era ricoverata in una clinica londinese specializzata in disturbi psichiatrici e dipendenza da alcol e stupefacenti. Ma nessuna spiegazione è stata data per il disastro di Belgrado. Già all’indomani erano state cancellate le due date immediatamente successive di Atene e Istanbul, mentre adesso anche Spagna, Svizzera, Austria, Polonia Ungheria e Romania sono state annullate così come l’unica tappa italiana, prevista per il 16 luglio al Summer Festival di Lucca.

Andrea Maccarone