L’associazione ambientalista denuncia l’assenza di una programmazione adeguata. È necessario salvaguardare il paesaggio. Occorre più partecipazione

di Michela Emili
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Roma, mercoledì 21 gennaio 2009 – L’eolico divide gli ambientalisti. Se Greenpeace e Legambiente considerano indispensabile la produzione di energia elettrica a emissioni zero anche a scapito dell’ambiente, Italia Nostra si oppone tenacemente. «Italia Nostra non è contro l’eolico per principio ma per le modalità con cui viene realizzato. Violare indiscriminatamente il patrimonio ambientale del Bel Paese, la nostra più grande risorsa da utilizzare con intelligenza e da non “consumare”, è puro autolesionismo con pesanti ricadute anche economiche. E poi in Italia i venti sono spesso assai deboli paragonati per esempio a Paesi come la Danimarca, l’Olanda, l’Inghilterra e la Germania».

Purtroppo l’energia pulita si sta realizzando in assenza di un piano, e purtroppo secondo la regola del massimo profitto economico che propone esclusivamente mega realizzazioni. «Bisogna evitare pale e impianti giganteschi perché troppo distruttivi per il paesaggio». Da preferire quindi il mini eolico per piccole utenze domestiche. L’impianto, esclusivamente ad asse verticale, tipo camino rotante, senza palo, non è impattante e si integra perfettamente con l’ambiente. È sui crinali o, grazie alle ultime tecnologie, in mare aperto, che nascono generalmente i parchi eolici, nelle zone cioè maggiormente esposte all’azione del vento. Ma che gli impianti sorgano a largo delle coste o sulla terraferma non fa alcuna differenza. «L’eolico off-shore ha gli stessi impatti negativi sul paesaggio di quello on-shore. A differenza dei Paesi Bassi dove l’installazione dell’impianto off-shore può avvenire a una grande distanza dalla costa, nel Tirreno questo non può accadere poiché il fondale è molto profondo subito sotto costa, provocando un forte impatto sul paesaggio costiero con ripercussioni gravi anche sull’attività turistica».

L’energia eolica è comunque ben lontana dalla competitività con il petrolio. La corrente prodotta dal vento infatti è intermittente, non riesce quindi a garantire le stesse condizioni di affidabilità nell’erogazione come quella dell’elettricità convenzionale. Il presidente della Sezione di Roma di Italia Nostra, Carlo Ripa di Meana, ha sottolineato più volte l’inutilità dell’eolico in Italia. Denunciando le scelte governative che non contribuirebbero alla risoluzione della grave crisi economica ed ecologica in cui viviamo, Italia Nostra propone un «piano alternativo e fortemente virtuoso, con effetti rapidi e notevoli», basato sull’utilizzo di mezzi elettrici e ad idrogeno, soprattutto per gli spostamenti urbani, su un’edilizia a bassa dispersione energetica e su sistemi di condizionamento naturali. Un piano che, sottolinea Italia Nostra, non può realizzarsi se non si attiva quel circolo virtuoso della partecipazione diffusa, poco ricercata ma indispensabile per la corretta risoluzione del problema energetico ed ecologico. «Il modello energetico compatibile con la tutela dell’ambiente non può essere che quello partecipato da una base sociale, la più ampia possibile, dove le persone sono consapevoli e contribuiscono attivamente in prima persona, con un comportamento virtuoso e responsabile, alla produzione, al risparmio ed al consumo intelligente dell’energia».