Roma, sabato 12 maggio 2012 – È toccato al gruppo di danza “Gli Argonauti” di Roma il compito di dare il via ai Campionati mondiali di Pentathlon moderno, nel corso della cerimonia di ieri aperta ufficialmente dal presidente della Uipm, Klaus Schormann.

Dapprima lo sventolar di bandiere delle quarantasei nazioni partecipanti ai giochi, poi la performance artistica a metà tra la danza e il teatro diretta dal professor Alessandro Mezzetti e infine i Lancieri di Montebello a cavallo e in alta uniforme. Se la fanfara dei carabinieri è un momento di grande emozione e coinvolgimento pubblico, non possiamo negare le medesime sensazioni per i corpi in movimento, un movimento quasi meccanico, di chi è immerso ne “l’esperienza Argo” e che nella giornata di ieri li ha visti protagonisti e padroni in bianco e nero – così gli abiti indossati nell’esibizione – delle verdi distese erbose dell’ippodromo militare in viale Tor di Quinto.

L’essenzialità dei movimenti tipica delle discipline sportive, intrecciata all’espressività dei gesti più tipicamente teatrali, danno come risultante un nuovo linguaggio, un linguaggio unico, il linguaggio degli Argonauti appunto. Per chi ha avuto la fortuna di vedere esibizioni in teatro dei Kataklò o del Cirque du Soleil ha potuto notare tante, tantissime somiglianze nel linguaggio corporeo che c’è tra questi grandi artisti e il laboratorio dell’università Iusm di Roma. Tante le coreografie ideate da Irene de Matteis – con il non piccolo aiuto dei ragazzi – ma soprattutto diverse. Se i ritmi ci appaiono tribali è solo per un breve momento, la musica cambia. E si passa allora al suono soave del carillon, ma basta un niente, un movimento, uno scatto per cambiare nuovamente le sonorità.

Una cerimonia di apertura che non tradisce le aspettative, che anzi invoglia ad occupare gli spalti anche nei giorni successivi.