Roma, lunedì 19 maggio 2014 – Nessuna distrazione per la Juventus nell’ultima di Campionato. Conte voleva il record e lo ha ottenuto, battendo il Cagliari in casa con un convincente 3-0. I bianconeri ottengono così la 19ma vittoria in casa, su 19 giocate allo Stadium, un record che non potrà più essere superato ma solo eguagliato. Inoltre raggiungono la vertiginosa cifra di 102 punti, facendo segnare un altro record a livello europeo, dove nessuno ha fatto bene come la Vecchia Signora (il precedente lo deteneva il Benefica con 101 punti stagionali). Se si guarda ai principali campionati del nostro Continente, si scopre che il Paris Saint Germaine vince con 89 punti, il Bayern Monaco con 90 (girone a 18 squadre), il Manchester City con 86, il Benefica con 74 (girone a 16 squadre) e Atletico Madrid a 90. La Juve di Conte è stata una cosa a parte e ha costretto ad arrivare seconda una squadra bella e forte come la Roma, che con 85 punti avrebbe in altri tempi vinto lo Scudetto. Le voci di una possibile partenza che inseguono Conte da ormai due settimane, non hanno permesso alla squadra di distrarsi in festeggiamenti. I tre giorni di riposo concessi dal tecnico, dopo la vittoria contro la Roma, seguiti dal ritiro pre partita, hanno fatto il resto. Ieri la Juventus era concentrata e determinata. In più ha schierato l’undici titolare. Uniche assenze: Chiellini fuori per tre turni di squalifica ben sostituito da Ogbonna. Barzagli a riposo preventivo, rilevato da Caceres. Vidal sostituito da Marchisio.

Con queste premesse facile capire come il Cagliari si sia dovuto piegare alla Juventus subendo le reti tutte nel primo tempo. I bianconeri hanno aggredito i cagliaritani fin dal primo minuto con un ansia e una cattiveria quasi inspiegabili, altro che assenza di motivazioni o rilassatezza finale. La resa degli ospiti è stata netta, ma non è avvenuta senza provare a rispondere, o almeno ad opporre resistenza. Al 4’ Buffon si è dovuto esaltare parando un diagonale insidioso di Ibarbo. Sarebbe stato lo 0-1 e c’è voluto un grande portiere per sventare il pericolo. Quattro minuti dopo, però, Pirlo su punizione dal limite ha beffato il portiere avversario con un tiro dei suoi che si è infilato sotto la traversa. Nonostante il vantaggio la Vecchia Signora, concentrata e spronata dal tecnico in panchina,k ha continuato ha gettarsi in avanti, cercando di mandare a rete Tevez. A segnare però è stato Llorente, 16 reti per lui, che su calcio d’angolo in mischia ha infilato il portiere al 15° minuto. Anche sul 2-0 nulla è cambiato e la Juventus è stata in costante pressione sugli avversari, perdendo però un po’ di concretezza, diventando un po’ leziosa e aprendosi al contropiede avversario. Su un capovolgimento di fronte Buffon ancora una volta ha evitato il gol con un grande intervento su tiro di Dossena. La sua forma fa ben sperare in vista dei mondiali. Il tris arriva al 40’ con Marchisio che con un tocco delizioso si è liberato in area di due giocatori e ha battuto in uscita Silvestri.

Nel secondo tempo gli animi si placano anche in casa bianconera e si gioca solo per arrivare alla grande festa finale. Entrano Rubinho, il terzo portiere, per Buffon, Osvaldo per Llorente e poi Pepe per Pirlo. La Juventus gioca con meno veemenza, anche se Tevez, in campo per 90 minuti cerca la via del gol senza trovarla. Anomalia del Campionato, la Juventus chiude così la classifica a 102 punti, dimostrando che la fame di vittoria e di record è nel suo dna. Da un’annata splendida come quella di quest’anno, l’unico disappunto viene dai pessimi risultati ottenuti in Europa. Vero è che forse la Vecchia Signora avrebbe potuto passare il turno in Champions League, ma non avrebbe potuto misurarsi e battere le grandi big e vincere la Coppa. Diverse valutazioni vanno fatte per la mancata finale di Torino in Europa League. Il Benefica si è dimostrato un avversario alla portata. Nei 180 minuti ha fatto gol su calcio da fermo e con un fendente dal limite, entrambi scaturiti da disattenzioni bianconere. Per il resto sono stati dominati ampiamente. Ma alla Juventus è mancata la capacità di aprire gli spazi e creare superiorità numerica, specie nella partita di ritorno, dove la squadra lusitana si è arroccata in difesa per 90 minuti. Per questo non è vero che è difficile migliorare l’organico. Visti i risultati servono almeno due giocatori in grado di saltare l’uomo nell’uno contro uno e un altro bravo difensore centrale per poter giocare anche a quattro in difesa. La previsione sul futuro di Conte è che il tecnico resterà, perché il suo capolavoro ancora non è completo. Lui vuole vincere la Champions e poi, dopo, iniziare una carriera europea.

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