Roma, venerdì 16 maggio 2014 – Tutto il mondo juventino è in questi giorni con il fiato sospeso. L’affaire Conte, che ha rovinato la festa Scudetto (ottenuto con due giornate di anticipo, anzi quasi tre vista la sconfitta della Roma sul campo del Catania) e la gioia di aver battuto all’Olimpico i giallorossi, si è trasformato in una querelle, per rimanere legati all’eleganza della lingua francese. Conte al termine dell’incontro con la Roma ha gelato tifosi e società dicendo che la sua permanenza sulla panchina bianconera è a rischio. Sarebbe una questione di stimoli, che si traducono ovviamente in desiderata. Ossia nelle richieste di avere a disposizione una rosa rinnovata e competitiva per affrontare la Champions League. Dal canto suo la società ha fatto sapere che il bilancio è in rosso e che pertanto farà di tutto per trattenere Conte («è una priorità», ha detto Marotta), ma non a costo di commettere pazzie.

Tutto questo inaspettato trambusto tra società e tecnico, tra i quali si pensava ci fosse un feeling inossidabile, ha gettato nell’ansia e nell’apprensione i tifosi e anche gli stessi giocatori, che a più riprese hanno esternato la speranza che Conte rimanga. Niente gioia per il terzo scudetto consecutivo conquistato sul campo. Niente clamore per aver battuto la Roma all’Olimpico con una bella prestazione nella quale i bianconeri hanno ribadito di fronte a tutta l’Italia quale sia la squadra migliore. I toni sono bassi e il fiato appunto è sospeso. La partenza di Conte sarebbe un fulmine a ciel sereno e costringerebbe la società a ripartire da zero con una squadra forte (la Juventus è una squadra forte e solida e già solo due rinforzi basterebbero a renderla ancora competitiva per lo scudetto), ma priva del suo migliore elemento: il tecnico.

Eppure la sensazione che si ha è che sia in atto un gioco tra le parti per tenere concentrata la squadra e determinata a raggiungere l’ultimo obiettivo. Vincere contro il Cagliari. Dopo aver sgretolato tutti gli avversari, arriva adesso la possibilità di sgretolare tutti i record, raggiungendo in un sol colpo i 102 punti – cosa mai avvenuta in Europa in un Campionato a 20 squadre – e di ottenere 19 vittorie su 19 partite giocate nello stadio amico, record quest’ultimo che in futuro potrà essere solo eguagliato e mai più superato. Un risultato altissimo, che lascerà per sempre nella storia la Juventus di Agnelli, Conte e Marotta. Ecco perché è molto probabile che tra le parti ci sia un sottaciuto e intelligente accordo per tenere sulle spine i giocatori ed evitare che si possano rilassare. Domenica in campo con buona probabilità scenderà la squadra titolare. Non ci sarà un passaggio di consegne con chi ha giocato poco durante la stagione. Le tensioni di questi giorni servono anche a giustificare agli occhi di chi siederà in panchina ancora una volta le scelte compiute. Dopo il Cagliari, l’allarme lentamente rientrerà. Anche perché agli occhi degli osservatori attenti, la società bianconera in chiave mercato ha già fatto le prime mosse per accontentare il tecnico.