I biancocelesti battono il Bari in trasferta con reti di Hernanes e Floccari, i due gioielli di Lotito, e tiene a bada le inseguitrici. Il Bari di Ventura, privo di Alvarez, non riesce a esprimere il solito gioco e cade davanti al suo pubblico. Partita tattica a tratti noiosa che si risveglia solo nel finale

di Massimiliano Bianconcini
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Roma, domenica 17 ottobre 2010 – La Lazio torna in vetta alla classifica, battendo 2-0 fuori casa il Bari nel posticipo di domenica sera. La squadra di Reja risponde alle vittorie di Inter e Milan, appaiate al secondo posto, e al San Nicola di Bari confeziona una vittoria esterna importante. Partita molto tattica e per niente spettacolare. Pochi gli spunti nel primo tempo, con le squadre che si fronteggiano e badano a non lasciare spazio agli avversari. Soprattutto i biancocelesti che difendono sempre in 9, presentando in campo un 4-3-2-1 con Zarate sulla destra impiegato a contenere le folate offensive di Ghezzal e di Masiello. La partita si sblocca nel secondo tempo con Hernanes abile a sfruttare l’unico errore della difesa barese e a infilare il portiere sotto le gambe. Dieci minuti più tardi arriva il raddoppio di Floccari, che intercetta un tiro al volo di Mauri e supera con una carambola l’incolpevole Gillet. Il Bari di Ventura si sveglia solo nell’ultimo quarto d’ora quando Castillo, subentrato a Kutuzof, e Barreto cercano la profondità con una Lazio ormai appagata e che aveva dato molto in fase di copertura. Meritato il primo posto di Reja, che propone un calcio tradizionale di attesa, innalzando un muro di fronte agli avversari, gestendo il vantaggio e lasciando l’inventiva a Hernanes e agli inserimenti di Mauri. Lo stesso Zarate, piegato alle ragioni del realismo tattico, fa un lavoro di copertura, limitando molto il suo potenziale offensivo e la sua capacità di aggredire l’avversario e di saltarlo in dribbling.

A Ventura sulla destra è mancato un uomo come Alvarez capace di dettare il passaggio in profondità. Poco serviti anche gli attaccanti ma questo più per merito del pressing biancoceleste. Poco produttivo Ghezzal così come Rivas. In grande evidenza invece le due difese sempre attente a bloccare le trame avversarie. La squadra di Reja è molto brava a irretire la partita, a tenere bassi i ritmi, a farsi trovare sempre schierati dietro la linea della palla, a non concedere spazi e ripartenze al contropiede barese. Il primato in classifica con 10 gol fatti e solo 5 subiti, ora che si è giunti alla settima giornata di campionato, non è frutto del caso o di una partenza positiva. A dispetto delle dichiarazioni di umiltà del tecnico e dei giocatori, gli obiettivi della Lazio a questo punto non sono più solo quelli di salvarsi. Il prossimo turno in casa con il Cagliari potrebbe permettere di allungare sulle due dirette inseguitrici. L’Inter se la dovrà vedere a San Siro con la Sampdoria. Il Milan di Pato e Ibrahimovic, dopo la difficile trasferta esterna di Madrid, andrà a Napoli. Turni più abbordabili per Lazio, Juve e Palermo, che potrebbero fare un passo verso la zona Champions.

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