Finisce 0-0 e perde la possibilità di tenere il passo della capolista, ora a 7 punti, e di rosicchiare punti alle dirette avversarie per la zona Champions. Bene da centrocampo in giù, la squadra di Delneri paga in attacco la mancanza di alternative a Krasic. Contro il Milan potrebbero mancare Amauri per infortunio e proprio il serbo per squalifica

di Massimiliano Bianconcini
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Roma, domenica 24 ottobre 2010 – Dopo la goleada contro il Lecce, stavolta finisce 0-0 allo stadio Dallara tra Bologna e Juventus. La Vecchia Signora pareggia per la seconda volta in 4 giorni contro una squadra più modesta; così come le era capitato con il Salisburgo in Europa League. Dopo una partenza veemente dei rossoblu, diretti da Alberto Malisani, la Juventus prende le misure a centrocampo e in difesa, sale in cattedra e costringe i padroni di casa a ripiegare in difesa. La gara ha messo in grande evidenza la difesa bolognese, che non ha sbagliato nulla in fase di contenimento, ma ha anche evidenziato gli attuali limiti dell’attacco bianconero, che tra acciaccati di rientro e nuovi infortunati non ha ancora trovato una coppia avanzata in grado di assicurare continuità e rendimento. Delneri ha schierato la difesa di ruolo con Motta titolare sulla destra per l’infortunio di Grygera. Il centrocampo è quello ormai consolidato dalle ultime uscite: coppia centrale Melo e Aquilani, entrambi autori di prestazioni positive, sulla sinistra Marchisio e sulla destra Krasic. In attacco Quagliarella e Amauri. Ma proprio il brasiliano naturalizzato, nel momento in cui la Juventus ha trovato le giuste misure in campo e ha incominciato ad acquistare metri in avanti, deve uscire per una botta alla caviglia. Entra Iaquinta ancora fuori condizione. I bianconeri risultano solidi dietro, bravi a far girare palla nella mediana e, quando serve, a recuperare sui centrocampisti avversari, ma poco abili nel finalizzare il gioco.

Le uniche soluzioni offensive sono quelle portate da Krasic nei primi 25’ minuti, fino almeno all’episodio del rigore bianconero, che non c’è. Il serbo infatti si lascia cadere sull’entrata di Portanova, che tira indietro il piede e non sfiora l’ala juventina. Iaquinta chiede a Melo di lasciarglielo tirare e dal dischetto sbaglia. Bravo Viviano a intuire la direzione. Da quel momento Krasic, fischiatissimo dal pubblico di casa, si spegne azione dopo azione, fino al cambio con Del Piero nella ripresa, che conferma come Delneri abbia schierato un 4-3-3, modificato in un 4-3-2-1 con l’ingresso del Capitano bianconero e in un 4-4-2 con l’uscita di Quagliarella per Martinez. Al di là delle alchimie tattiche e numeriche, l’azione più pericolosa di tutto il 2° tempo è del Bologna con un tiro al 40’ di Mutarelli, sul quale Storari deve compiere una difficile parata per evitare la beffa del gol. Al termine della gara il tecnico juventino si dice comunque soddisfatto. “Non abbiamo concesso niente al Bologna. È chiaro non è arrivata la vittoria, ma non abbiamo buttato via punti su un campo della serie A. Ci sta che Krasic non possa essere determinante tutte le volte. Abbiamo però avuto dei cambi obbligati. Comunque sono confermati i miglioramenti delle ultime settimane. Bene i meccanismi tra centrocampo e difesa. Certo si poteva finalizzare meglio, ma occasioni in avanti ci sono state”.

Il vero problema della Juventus in questo frangente però è l’attacco. Non è un caso che la società si stia muovendo sul mercato di gennaio per superare la scarsa vena offensiva. Si parla con insistenza di Dzeko, l’uomo dei desideri bianconeri dell’estate. Il fatto è che sia Iaquinta sia Amauri non riescono a garantire per i troppi infortuni continuità e pericolosità in avanti. Del Piero e Quagliarella sono agili, veloci, inventivi, ma non sono uomini di sfondamento o rapinatori d’area. L’unica boccata d’ossigeno la sta portando Krasic sulla destra, ma senza valide alternative in attacco, il serbo può essere disinnescato con il raddoppio di marcatura, così come è accaduto oggi a Bologna. La stanchezza o la scarsa vena possono fare il resto. Quella che si configura al momento dunque è una Juventus solida in difesa e a centrocampo, ma troppo prevedibile in avanti, a dispetto dei tanti gol fatti nelle prime 7 gare. Le manca uno come Ibrahimovic, capace di realizzare gol e di servire assist. Uno che si porta via due difensori e apre spazi per gli inserimenti sulle fasce. Krasic nell’uno contro uno è devastante, ma se viene marcato a uomo da due avversari o trova le fasce ingolfate da troppi giocatori perché il gioco gira sempre di lì, perde il potenziale che ha. Intanto la capolista Lazio è a sette punti di distanza e la lotta per la zona Champions si fa sempre più difficile.