Castelnuovo di Porto (Roma), martedì 7 agosto 2018 – Da emergenza a risorsa. «Non abbiamo paura di nuotare contro corrente perché siamo consapevoli di aver creato in un solo anno un modello virtuoso di integrazione». Esce dal coro dell’allarme sociale sui migranti, che sembra diventato di moda da qualche tempo sui social network, Riccardo Travaglini, sindaco di Castelnuovo di Porto, cittadina alle porte di Roma, assurta alla ribalta delle cronache per avere sul suo territorio uno dei più grandi Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo).

Castelnuovo è anche un esempio di come la presenza di migranti possa essere una risorsa per il territorio e progetti mirati possano favorire una corretta integrazione. È il caso del progetto “Cara – Volontari per Castelnuovo di Porto”. A circa un anno dal suo avvio, Travaglini fa il punto del suo impatto sociale sulla cittadina dell’hinterland romano. «Questo progetto – dice Travaglini – ci riempie di orgoglio. Un anno fa, circa 50 ospiti del Cara di Castelnuovo di Porto, tra uomini e donne, hanno deciso di aderire al progetto di volontariato, promosso dall’amministrazione comunale in collaborazione con la Prefettura di Roma, la cooperativa Auxilium e l’Organizzazione non governativa Cisp».

Il progetto ha previsto la formazione di squadre che, in turni settimanali, si sono occupate di vari obiettivi: dal decoro urbano, ripulendo le rotonde stradali, alle giornate ecologiche dedicate al complesso de Le Terrazze, dalla manutenzione del verde pubblico di parchi e giardini, alla partecipazione ad attività di protezione civile, specialmente durante l’emergenza neve dello scorso febbraio quando, assieme a tanti castelnovesi, i migranti hanno liberato le strade dal ghiaccio e sorvegliato l’ingresso dei bambini nelle scuole.

«Oggi – riferisce il sindaco – i migranti sono impegnati a rendere più gradevole e bella la scuola materna, sempre in zona Le Terrazze. Nel frattempo hanno partecipato a corsi di fotografia, con scatti che sono stati esposti anche al Macro di Roma lo scorso dicembre, corsi di italiano, corsi di restauro e corsi di protezione civile grazie all’associazione Anpas-Volontari del soccorso».

Con la loro opera, a settembre aprirà la mostra “Arti e mestieri” nella Rocca Colonna, curata dal professor Moussa Aziz Abdayem: un’esposizione dedicata al recupero della memoria delle tradizioni popolari e degli antichi mestieri legati all’artigianato e all’agricoltura. Sono stati i volontari del Cara a restaurare antichi e preziosi attrezzi da lavoro del nostro passato, imparando a loro volta l’arte della manualità.

«Sono però giorni difficili per questi ragazzi – aggiunge il sindaco Travaglini -. Nonostante l’impegno e la dedizione a queste attività, che valgono loro un attestato di partecipazione e un titolo di merito per il riconoscimento del loro status di richiedenti asilo, questi giovani sono oggi scoraggiati dal clima di ostilità e di una narrazione negativa sul tema migrazioni che si è diffusa nel nostro Paese. Ed è un vero peccato! Non solo perché così si rischia di rovinare ciò che di buono si realizza in tema di politiche di integrazione sociale, ma anche perché l’esperienza del Cara è un’opportunità per Castlenuovo di Porto e per l’intero paese. Noi abbiamo capito che la ricetta vincente per un problema così complesso è solo la collaborazione fra enti, associazioni, società civile senza mai dimenticare il tema fondamentale della sicurezza».

Proprio in tema di sicurezza, a fine agosto è prevista l’installazione di videocamere di sorveglianza su tutta la via Tiberina. Un progetto, finanziato dalla Regione Lazio, volto a rafforzare il controllo del territorio e la sicurezza per tutti: residenti e ospiti del Cara.

«Non abbiamo paura di nuotare contro corrente – afferma il sindaco – perché siamo consapevoli di aver creato in un solo anno un modello virtuoso di integrazione. Siamo

anche consapevoli che la strada è ancora tortuosa e irta di ostacoli, ma se sapremo lavorare insieme, se tutte le istituzioni del paese sapranno fare sistema saremo in grado di cogliere tutto ciò che di positivo anche queste situazioni di emergenza possono offrire. Il nostro territorio può dimostrare di essere un modello di accoglienza e di integrazione nel rispetto delle regole di convivenza e di sicurezza per tutti i cittadini. Un ringraziamento sentito per la nostra giovane Noemi Sabbatini, consigliera delegata alle Politiche migratorie, che si è dedicata con molte sane energie a questa difficile iniziativa e agli amici del Cisp, che ci hanno accompagnato in tutti questi mesi».

Di Stefania Basile

Sono nata nel 1977 all'estremità meridionale della Calabria tirrenica, nella città di Palmi, che si affaccia sullo stretto di Messina e sulle splendide isole Eolie. Amo le mie origini e Roma, la città dove vivo per motivi professionali. Come diceva la grande Mia Martini: «il carattere dei calabresi a me piace moltissimo. Possiamo sembrare testardi, un po' duri, troppo decisi. In realtà siamo delle rocce, abbiamo una grande voglia di lavorare e di vivere. Io non sono di origine, io sono proprio calabrese!».