Finisce l’era Ferrara e inizia, con un pareggio, l’era di Alberto Zaccheroni. Il nuovo allenatore a tempo della Juventus in 48 ore non apporta grandi cambiamenti. La società intanto lavora alla nuova stagione. Obiettivo dichiarato Rafa Benitez, forse

di Thomas L. Corona
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Roma, lunedì 1 febbraio 2010 – La partita di esordio di Zaccheroni sulla panchina della Juventus ha portato una sola novità: il primo risultato utile dopo una serie di 6 sconfitte consecutive. La discesa per il momento si è fermata. Si tratta però di una modesta novità, perché la Roma di Ranieri, che vince con il Siena, prosegue la sua corsa in zona Champions, mentre si attestano sul pareggio Napoli e Milan. A questo punto della stagione sono loro le più accreditate avversarie dei bianconeri per un posto nell’Europa dei grandi. Ciro Ferrara alla fine esce di scena e a tratti anche la sua Juve imbarazzante. Al suo posto un qualcosa che ancora assomiglia alla squadra molle e disorganizzata del predecessore, ma che qualche piccolo spiraglio di gioco l’ha mostrato. Potrebbe essere un’inversione di rotta, non certo un ritorno ai livelli alti di rendimento, di gioco e di schemi, che la Juve di Ferrara aveva dimenticato. 48 ore di cura Zaccheroni non sono niente. Il neo allenatore ha preso in mano la squadra venerdì mattina, quando ormai era chiaro che Monsieur Blanc, dopo l’uscita dalla Coppa Italia, non si sarebbe opposto alla fine del progetto Ferrara. Progetto voluto da lui, che poco capisce di calcio; e sul quale aveva puntato delegittimando Claudio Ranieri (che adesso con la sua Roma è una stella sempre più lontana) nella scorsa primavera con la famosa cena con Lippi e poi a due giornate dal termine, per puntare tutto sul buon Ciro.

Due giorni dunque sono troppo pochi per dare un’impronta alla squadra, anche se i tifosi bianconeri in fondo un po’ ci speravano. Speravano che Zaccheroni facesse il miracolo e battesse la Lazio, magari senza il bel gioco, ma con un risultato pieno. Questo non è avvenuto. Sarebbe stata la gloria immediata per il nuovo allenatore. Ma certo non era possibile una cosa del genere. La ricostruzione della Juventus, nel carattere e nel gioco, non potrà essere immediata e forse non passerà nemmeno per Livorno (anche se qualche indicazione la prossima gara potrebbe darla, visto che sarà contro un tecnico tosto e difficile come Serse Cosmi). Innanzi tutto perché sono troppi i giocatori infortunati; secondo perché troppo profonda e da troppe settimane la crisi bianconera. Zaccheroni dovrà sudare le proverbiali sette camicie per riuscire a far quadrare il cerchio e non è detto che la Juventus, l’anno prossimo, possa tornare a sedere tra le grandi d’Europa. La dirigenza bianconera avrebbe dovuto esonerare Ferrara prima della pausa natalizia, consentendo al sostituto di lavorare con più tempo e preparare il rilancio almeno a partire dal girone di ritorno. Invece si è perso tempo con futili scuse e si è buttato via un importante obiettivo, anche in ottica Champions, come la Coppa Italia. Adesso la strada è tutta in salita, il tempo è poco e le squadre che hanno cambiato allenatore (vedi Napoli e Roma) sono in crescita. Non a caso Zaccheroni ha annullato il giorno di riposo e voluto la squadra in campo fin da questa mattina. Ogni giudizio sul neo allenatore quindi non può che rimanere congelato fino a sabato.

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