Uno spazio indipendente che andrà in onda sul satellite e sul web, a cui partecipano giornalisti come Furio Colombo, Marco Travaglio e Giulietto Chiesa
di Desiana Parlascino
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Roma, mercoledì 6 maggio 2009 – Interattività, multimedialità e interconnessione diventano imperativi che permettono agli utenti/lettori, telespettatori e ascoltatori di partecipare completamente all’evento-notizia e ai giornalisti di far valere verità e obiettività. E in uno scenario come quello italiano approda, seguendo questi principi, Pandora tv, uno spazio di informazione indipendente che andrà in onda sul satellite e sul web. Già il nome tradisce ciò a cui ambisce la redazione, obiettivo sottolineato ancor di più dal logo realizzato: un apriscatole su cui si legge “Pandora: la scatola aperta”. L’idea è quella di unire tutti gli elementi necessari per un’informazione corretta: affidabilità delle fonti, obiettività ed indipendenza. Questo ultimo aspetto è garantito dal fatto che la web tv sarà finanziata da contribuenti volontari. I cittadini potranno inoltre partecipare organizzando incontri per promuovere la rete, mandando documenti, idee o servizi realizzati dagli utenti, ma anche critiche e commenti sui lavori svolti. Inoltre, si possono trovare approfondimenti e interviste su tutti quegli eventi cui viene dato poco spazio nei media tradizionali.
Al progetto partecipano giornalisti come Furio Colombo, Marco Travaglio, Giulietto Chiesa e tanti altri professionisti dell’informazione che hanno sempre lavorato per un giornalismo al servizio dei cittadini. Gli unici vincoli che i giornalisti avranno, saranno quelli deontologici professionali, i loro intenti dovranno rispettare principi quali la difesa della Costituzione e della democrazia, dei diritti sociali e civili dei cittadini, oltre che, dell’ambiente, del territorio e della laicità dello stato. Molto interessante il documentario promozionale realizzato dalla redazione. In 35 minuti si spiegano in maniera esaustiva le ragioni della nascita della web tv, i problemi e la crisi dell’informazione. In una realtà, come quella italiana, in cui la maggior parte dei giornali e telegiornali decide di piegarsi a logiche politiche e di mercato (Auditel, tiratura), Internet diventa uno spazio di approfondimento e di conoscenza libera.
Il giornalismo italiano tradizionale da anni non soddisfa più quella parte di opinione pubblica che vuole realmente formarsi e sapere. Basta pensare che l’Italia è riuscita a piazzarsi al quarantesimo posto nella classifica mondiale, stilata da Reporters sans Frontière, sulla libertà di stampa. L’Italia è superata da paesi come: Equador, Uruguay, Paraguay e Cile! Se l’informazione ufficiale decide di imbavagliarsi allora “evviva il web e il giornalismo on line”.