Roma, mercoledì 23 maggio 2012 – Ora la panchina della Roma è diventata un vero e proprio rebus, che la società deve al più presto risolvere per calmare i nuovi mugugni della piazza. L’enigma sembrava risolto circa una settimana fa, quando tutti davano per certo l’approdo di Vincenzo Montella (nella foto) alla guida della squadra capitolina, ma negli ultimi giorni si è presentato uno scoglio inizialmente imprevisto:  Pulvirenti. «E’ il nostro allenatore e ha un contratto fino al prossimo anno», va ripetendo ormai da giorni ad ogni giornale e tv il presidente del Catania, rispondendo a chi vede il suo tecnico destinato ad andare alla Roma.

Pulvirenti insieme a Montella
Pulvirenti insieme a Montella

Viste le enormi, e quasi imbarazzanti, difficoltà a prendere l’ “areoplanino” alla guida tecnica, il Direttore generale Baldini pensa già a delle alternative: Andres Villas Boas, suo pallino fin dall’inizio, e Brendan Rodgers, reduce da una buona stagione in Premier League con lo Swansea. Il primo è il favorito numero uno della società, vista la sua grande esperienza internazionale con il Porto e con il Chelsea (due avventure agli antipodi) e la sua enorme preparazione tattica. Il secondo è una scommessa che Baldini aveva sondato già prima dell’avvento di Luis Enrique e che sarebbe approdato sulla panchina giallorossa se il tecnico asturiano avesse rifiutato.

Sullo sfondo restano i nomi opachi di Zeman, Spalletti e Capello. Opachi come i sogni, appunto, perché il primo non è visto di buon occhio dalla società, perché il secondo è blindato da un contratto milionario dai russi dello Zenit San Pietroburgo e perché il terzo prevede di allenare un top team che in questo momento la Roma non può garantirgli di costruire. Sogni che però questa piazza ha bisogno di fare per rialzarsi dopo un’annata fallimentare e che la società deve comunque avallare, se non con l’allenatore, almeno con una campagna acquisti da protagonisti, portando nella Capitale giocatori capaci di stuzzicare la fantasia dei tifosi e di portare la Roma ai vertici del calcio italiano.

Il primo tassello resta comunque l’allenatore. La querelle continua. Staremo a vedere chi la spunterà.