Sono le mani il principale mezzo di trasmissione del Rhinovirus, nascosto nei più diffusi oggetti domestici. Il rimedio? Un’accurata igiene

di Massimo Silvi
msilvi@lacittametropolitana.it

Roma, domenica 9 novembre 2008 – Il telecomando, il rubinetto del bagno e lo sportello del frigorifero. Se siete alle prese con un fastidioso raffreddore e vi state chiedendo come avete fatto a prenderlo non dovete cercare chissà quali cause. Il Rhinovirus si annida nel 42% dei casi proprio tra i più utilizzati oggetti domestici, come osservato da una recente ricerca per capire le modalità di trasmissione del raffreddore condotta da un gruppo di ricercatori guidato dalla dottoressa Birgit Winther, specialista in otorinolaringoiatria. Il team della Virginia University ha individuato i punti dove i germi si accumulano con maggiore facilità: tra gli oggetti più contaminati ci sono le oliere, quindi le maniglie dei frigoriferi (dove i microbi sono stati riscontrati in 8 casi su 14), i rubinetti del bagno (8 su 10), la maniglia della lavastoviglie (3 su 4). Attenzione anche ad altri oggetti che si usano ogni giorno: 4 cellulari su 7 sono sede di agenti infettivi. Neanche davanti la tv siamo soli: sul telecomando 6 volte su 10 siamo in compagnia.

Fondamentale una corretta igiene delle mani
Il virus si diffonde attraverso colpi di tosse e starnuti, depositandosi sulle superfici dove sopravvive per circa due giorni, complice anche la temperatura favorevole delle nostre case. Il passaggio tra gli oggetti e il corpo avviene attraverso le mani e proprio per questo motivo è essenziale una particolare cura nel lavarsi, unita ad una corretta igiene domestica e ad un’attenta pulizia delle suppellettili. Il passaggio del virus del raffreddore dalle mani all’apparato respiratorio non è causato però soltanto da alcune cattive abitudini: tra le possibili cause, infatti, c’è il passarsi una mano sugli occhi: con questo gesto, infatti, si favorisce l’entrata del virus nel nostro organismo attraverso la congiuntiva.

L’indagine
Per arrivare a questi risultati i ricercatori hanno selezionato trenta adulti che mostravano sintomi precoci di raffreddore. Sedici di essi sono poi risultati positivi al Rhinovirus, la causa di oltre la metà delle infezioni di questo tipo. A ognuno di essi è stato chiesto di indicare dieci oggetti che avevano toccato nelle precedenti diciotto ore, quindi i ricercatori hanno dato la caccia al Rhinovirus utilizzando il test del Dna.

Attenzione anche in ufficio
«Non è ancora del tutto chiaro – ha detto la Winther – come molte persone contraggano il raffreddore dal contatto con le superfici». Vanno in questa direzione gli studi di virologia della Virginia University, «che già due anni fa – ha sottolineato la dottoressa – aveva dimostrato che in una stanza d’albergo il soggiorno dei microbi permane nelle 24 ore che seguono la partenza degli ospiti». Secondo gli esperti, l’uso di disinfettanti ed antisettici nell’aria non sortisce alcun effetto, perché il Rhinovirus non rimane in sospensione aerea ma si deposita nell’ambiente circostante. Ma attenzione a non abbassare la guardia anche in ufficio, perché altri pericolosi mezzi di contagio si nascondono sulle scrivanie: guardatevi bene dalla penna usata magari da altri e che ora è posata lì, davanti a voi, e al mouse che in questo momento è tra le vostre mani…

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