Vallepietra, mercoledì 14 novembre 2012 – Come di consuetudine ogni anno, quando si avvicina l’inverno, il santuario della Santissima Trinità nel piccolo comune di Vallepietra (Rm) chiude al pubblico per riaprire in primavera,  precisamente il 1 Maggio. Gli ultimi due appuntamenti religiosi per il 2012 si sono svolti l’ 1 e 2 Novembre per la ricorrenza dei tutti i santi e per la commemorazione dei defunti. Il santuario è situato nel cuore del parco regionale dei monti Simbruini, la riserva con i suoi 30.000 ettari è la più grande del Lazio. Il luogo di fede si trova a 1337 m. s.l.m. alle falde del Colle della Tagliata una parete rocciosa spettacolare, altra circa 300 metri, propaggine del Monte Autore quota 1853 metri. Si ossequia con viva fede un dipinto situato in una grotta che ritrae Padre, Figlio e Spirito Santo in posizione seduta, i quali con la mano destra benedicono mentre con la mano sinistra tengono un libro aperto.

Il luogo è venerato da numerosi secoli, ma la vera storia del primo miracolo compiuto tra queste cime carsiche ancora non si sa. Sono stati fatti numerosi studi e diverse ipotesi in riguardo, possiamo dire che ce ne sono due in particolare, più attendibili e più amate. La prima ipotesi, secondo un’ antichissima pergamena, narra la vicenda di due ravennati, residenti a Roma che si rifugiarono sul monte Autore per fuggire dalle persecuzioni dell’imperatore Nerone. La leggenda vuole che essi ricevettero la visita degli apostoli San Pietro e San Giovanni i quali dopo essere sbarcati a Francavilla, attraversavano l’Appennino centrale. Ai quattro uomini apparve un angelo che  forni  loro del cibo e fece incredibilmente fuoriuscire dalla roccia una sorgente d’acqua. Il giorno seguente apparse la Santissima Trinità che benedì il monte Autore come monte santo alla pari del monte Sinai.

L’altra storia, forse la più popolare è quella di un contadino che intento ad arare la sua terra sul Colle della Tagliata vide cadere nel precipizio sottostante i suoi buoi insieme  all’aratro. L’uomo affacciandosi dall’enorme parete rocciosa vide che l’aratro era impigliato ad una roccia mentre i buoi pascolavano tranquillamente dinanzi ad una grotta dove misteriosamente era apparso il tanto venerato dipinto dell’immensa Trinità. Ogni  anno nel giorno di sua festa, la Domenica dopo la Pentecoste, numerose compagnie di numerosi paesi del centro Italia percorrono lunghi tragitti a piedi, molto spesso di più giorni, per venire a venerare e chiedere le proprie grazie dinanzi alla figura della Santissima. Un momento unico di fede che permette al pellegrino di stare a stretto contatto con Dio.

Francesco Frigida