Dal 26 febbraio al 1 marzo, l’Associazione culturale "La differenza" presenta al Teatro Furio Camillo un nuovo toccante spettacolo sull’identità femminile

 

di Emiliano Sinopoli
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Roma, venerdì 27 febbraio 2009 – Dio conta le lacrime delle donne, di Giovanni Greco, è una assoluta novità, fortemente voluta della direzione artistica del Teatro. Lo Spettacolo che nasce come riscrittura delle straordinarie "Troiane" di Euripide. La tragedia di Ecuba, Cassandra, Andromaca, che aspettano sulla spiaggia di Troia, all’indomani della presa della città da parte dei Greci, di conoscere il loro destino di schiave, concubine, esuli, è spunto per esplorare il tragico, in una cultura come la nostra, che non riesce più a trascendere la cronaca su un piano universale. La tragedia diventa parodia, farsa, morte della tragedia stessa. Il mito si piega nella contemporaneità: il testo affronta il difficile tema della violenza fisica che troppe donne nel mondo subiscono. I personaggi, per il carattere stesso del tema, non hanno alcuna connotazione caratteriale e sono colti in scena nella fase dello shock che li ha privati della memoria. Memoria che riconquisteranno lentamente con il ritrovamento di alcuni oggetti che appartengono all’universo femminile.

E’ solo verso la fine che ritroveranno le ragioni della momentanea perdita di memoria e de loro giustificato e consequenziale desiderio di cambiamento. Ed è proprio attraverso la perdita e il recupero della memoria che il personaggio femminile mostra tutta la sua fragilità, la sua forza, il suo coraggio, la sua voglia di vivere. Il testo non ha nulla a che fare con il fatto di cronaca, ma con il sogno infranto della sessualità vissuta attraverso il desiderio e l’amore e dove, nel corpo-luogo di accoglienza dell’altro/a, dovrebbero trovare posto solo la gioia e la libertà. Con il suo corpo libero, la donna libera energie arcaiche, può conoscere forme alte di erotismo ben lontano da volgarità e materialità.