Roma, lunedì 9 maggio 2011 – Il Presidente rumeno Traian Basescu, durante la conferenza stampa di domenica 17 aprile 2011, ha dichiarato che il suo Paese è pronto ad accogliere 200 migranti tunisini, in risposta all’appello di solidarietà rivolto dall’Italia ai membri dell’UE. “Dopo discussioni con i rappresentanti del governo e delle istituzioni interessate, è stato deciso di informare il premier Silvio Berlusconi della disponibilità della Romania ad accogliere 200 migranti” ha dichiarato Traian Basescu. In accordo con il sindaco Sorin Mircea Oprescu, la città designata per ospitare le persone fuggite dalla Tunisia è Bucarest. La capitale romena, che è anche la città più popolosa della nazione con i suoi 2 milioni di abitanti, ha cominciato a organizzare centri di accoglienza. Situata nella zona meridionale del Paese, è circondata dal distretto di Ilfov pur non facendone parte.

Tagliata in due dal fiume Dâmboviţa, la città è divisa anche dal punto di vista economico. La zona Nord appare più moderna e benestante, la zona meridionale invece destinata a fasce di reddito più basso. La città è inoltre caratterizzata da numerose contraddizioni interne. Non è raro vedere palazzi moderni dotati di videocitofoni e cortili interni curatissimi, per poi percorrere pochi metri e ritrovarsi in una vera e propria discarica a cielo aperto. Si passa dal prestigioso Bulevardul Unirii, in cui si concentrano decine di banche, al dismesso quartiere Lipscani, completamente abitato da popolazione di etnia rom. Imponenti palazzi costruiti sotto Ceauşescu appaiono tappezzati da enormi tendoni della Coca-Cola. Autobus elettrici pulitissimi contrastano con i fatiscenti tralicci di legno dotati di fili dell’alta tensione aggrovigliati, presenti ad ogni angolo della strada. 

Centinaia di condizionatori e antenne paraboliche deturpano la vista dell’imponente Palazzo del Parlamento. Negli anni ’30 la città era chiamata “la piccola Parigi”, a causa della bellezza del suo centro storico e della vita culturale. Dopo la caduta del comunismo, l’illusione degli investimenti facili convinse l’amministrazione a riportare la città agli antichi splendori. Purtroppo i soldi finirono subito e da venti anni a questa parte quei lavori non sono stati mai terminati. Il centro della città appare quindi sventrato e costringe i passanti a passeggiare su instabili assi di legno. Di notte tuttavia la città cambia volto e si popola di giovani che, agevolati da un servizio taxi economico ed efficiente, affollano i fashion club come il Fame e il Fire.

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