Dal 23 al 26 aprile il settimo FTF, uno degli eventi più attesi dai ballerini e dagli amanti della cultura del tango argentino in Italia e all’estero

di Lilly Amato
lamato@lacittametropolitana.it

Firenze, venerdì 24 aprile 2009 – E’ appena iniziato al Teatro Sashall il Firenze Tango Festival 2009. Alla sua settima edizione, la manifestazione di successo celebra il tango come uno dei balli più amati. Ballerini e insegnanti internazionali, musicisti di primo livello, uno spettacolo con l’orchestra Hyperion e sei coppie ospiti, stages di tango salon, nuevo e milonguero, vals (waltzer), tecnica, chacarera, canyengue. Le due giornate principali si svolgeranno nei 2500 mq del Saschall, teatro che ospita i più grandi concerti della città. I maestri del Festival, in coppia, sono Rosenthal e Ruiz, Rodriguez e Missè, Barrios e Melo, Le Cocq e Lyndin, Lorenzi e Muraro, Missè e Reyero. Due le orchestre, circa cinquanta workshop di tango, vals, milonga e chacarera, il tango show "Colores de tango", nove dj’s, spazi espositivi di scarpe da tango e abbigliamento per serate, lezioni gratuite per principianti assoluti "Primi passi" e mostre fotografiche.

Affermare che il tango è una danza o uno stile come gli altri è forse riduttivo: è, infatti, meglio definito come un’arte. Nasce a Buenos Aires, in Argentina, negli ultimi dell’ ‘800, sulle note di uno strumento reso noto dal musicista tedesco Heinrich Band, da cui trae nome, il bandoneon, una fisarmonica di legno con dei fori, la cui apertura o chiusura con i polpastrelli produce il suono e che ha la caratteristica di cambiare nota a seconda se il mantice viene compresso o dilatato. E’ un ritmo dai forti accenti di battuta, ma dalla struttura armonica tipicamente italiana. Il famoso compositore e direttore d’orchestra Astor Piazzolla aveva origini pugliesi. Da musica popolare diventa presto nazionale, grazie a grandi autori come Gardel, La Pera, Contursi, Esposito, Solanas e altri. La sua epoca d’oro si colloca fra il 1937 e il 1955, ma ancora oggi il tango affascina e coinvolge il pubblico, che, spesso, da spettatore diventa agente per la forte attrazione che esercita.

Elegante e passionale, è un ballo di improvvisazione, il cui passo base è una camminata. E’ la fantasia dei ballerini che lo crea in un abbraccio in cui l’uomo, con la destra, cinge la schiena della propria compagna e, con la sinistra, le tiene la mano; lui guida, lei segue. Il canyengue è del 1880, alle origini del tango argentino; dai movimenti rapidi e corti, è stato superato negli anni ’40. Lo stile milonguero è caratterizzato da un abbraccio stretto e passionale. Il tango salon, nato nei salotti dell’aristocrazia, si distingue per un abbraccio più largo e una ricerca dell’eleganza e della spettacolarità. Il Tango show ha diverse figure coreografiche e passi di forte effetto, ma meno sinceri del tango tradizionale argentino. Il nuevo, degli anni 2000, si balla sulle note elettroniche. Milonga o Tangueria è dove si balla il tango argentino. Libero da schemi, cattura chi lo balla, creando una sintonia profonda, percepibile allo spettatore attraverso il linguaggio corporeo e lo sguardo fermo e intenso dei due danzatori.

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