Hanno voluto dire no all’idea di una donna considerata "merce di scambio" o "tangente" durante l’incontro organizzato dalle stesse a Palazzo Valentini a Roma il 22 marzo, dove hanno lanciato l’appello a esponenti politici della sinistra e soprattutto ai loro candidati alle prossime elezioni regionali. Hanno chiesto loro di "schierarsi" contro quell’immagine che fotografa la donna nella "banalità del suo essere" piuttosto che nella "sostanza e nel merito" e di inserire tra i primi punti del loro programma politico una dichiarazione semplice, chiara e forte: “io non considero normale che le donne siano trattate come merce di scambio nelle relazioni personali e professionali, nella politica e nella comunicazione”. In tutto 17 i firmatari nel Lazio tra i candidati Pd, Federazione sinistra e Sel presenti all’iniziativa. Uno spartiacque fondamentale in questi tempi critici, in cui l’immagine della donna sembra aver percorso a ritroso sentieri che si credevano ormai superati. Non è più una questione di costume bensì una questione di sostanza. Le donne sono oltre la metà dell’elettorato e hanno diritto di sapere da che parte stanno le persone che aspirano a rappresentarle. Perciò si chiede più welfare, maggiori politiche di genere e più pressione sulla cultura della comunicazione. Nel corso del dibattito sono state affrontate anche altre problematiche legate al ruolo della donna nella politica, nella società e nel lavoro, dalle retribuzioni "inferiori" a quelle dei colleghi uomini, al diritto alla maternità. Sul tema di fondo, quello della mercificazione dell’immagine femminile, Luigi Nieri, assessore al Bilancio della Regione Lazio, si è detto "imbarazzato dal fatto che argomenti che dovrebbero essere alle nostre spalle ricompaiono di attualità", mentre per Giulia Rodano, assessore regionale alla Cultura, la questione è "di natura culturale". "Una cosa fondamentale che le donne devono ricordare – ha detto la Rodano – è che devono stare al loro posto non sostenute da uomini ma devono combattere da sole le loro battaglie. Il tema delle escort così come affrontato dai giornali è fastidioso: rendere personaggi queste donne è sbagliato. Le donne devono essere consapevoli che si può essere diversamente protagoniste".