E’ un successo di adesioni per il sito web “Non considero normale”, col quale quattro famose donne hanno  voluto dire basta alla donna merce di scambio. L’appello è stato rivolto anche ai candidati regionali di sinistra che ne hanno firmato l’adesione inserendolo nel loro  programma politico

di Antonella Furci
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Roma, giovedì 25 marzo 2010 – Ci siamo stufate di sentir dire con un sorriso sornione alla radio, in farmacia, in televisione: e che sarà mai? Ci sono cose peggiori… In questi giorni ci siamo chieste: ma ci sono degli italiani che considerano offensivo trattare una donna come un oggetto di scambio, o ormai la pensano tutti così? In questo modo Silvia Nono, attrice e moglie di Nanni Moretti, spiega la sua decisione presa insieme alle altre tre donne, che ne hanno subito raccolto l’invito, Adriana Valente, Serena Perrone e Maria Teresa Carbone, di pubblicare sul web l’appello “Non considero normale”. Di certo non pensavano che in così poco tempo avrebbero raggiunto un grande successo ottenendo un boom di adesioni al loro sito. Infatti, sono 5.500 le adesioni su Facebook e 2.000 sul sito stesso nel cui elenco compaiono anche nomi noti come quello di Natalia Aspesi, Francesca Comencini, Caterina Soffici e tante altre. Ma le quattro promotrici non si sono fermate qui.

Hanno voluto dire no all’idea di una donna considerata "merce di scambio" o "tangente" durante l’incontro organizzato dalle stesse a Palazzo Valentini a Roma il 22 marzo, dove hanno lanciato l’appello a esponenti politici della sinistra e soprattutto ai loro candidati alle prossime elezioni regionali. Hanno chiesto loro di "schierarsi" contro quell’immagine che fotografa la donna nella "banalità del suo essere" piuttosto che nella "sostanza e nel merito" e di inserire tra i primi punti del loro programma politico una dichiarazione semplice, chiara e forte: “io non considero normale che le donne siano trattate come merce di scambio nelle relazioni personali e professionali, nella politica e nella comunicazione”.  In tutto 17 i firmatari nel Lazio tra i candidati Pd, Federazione sinistra e Sel presenti all’iniziativa. Uno spartiacque fondamentale in questi tempi critici, in cui l’immagine della donna sembra aver percorso a ritroso sentieri che si credevano ormai superati. Non è più una questione di costume bensì una questione di sostanza. Le donne sono oltre la metà dell’elettorato e hanno diritto di sapere da che parte stanno le persone che aspirano a rappresentarle. Perciò si chiede più welfare, maggiori politiche di genere e più pressione sulla cultura della comunicazione. Nel corso del dibattito sono state affrontate anche altre problematiche legate al ruolo della donna nella politica, nella società e nel lavoro, dalle retribuzioni "inferiori" a quelle dei colleghi uomini, al diritto alla maternità. Sul tema di fondo, quello della mercificazione dell’immagine femminile, Luigi Nieri, assessore al Bilancio della Regione Lazio, si è detto "imbarazzato dal fatto che argomenti che dovrebbero essere alle nostre spalle ricompaiono di attualità", mentre per Giulia Rodano, assessore regionale alla Cultura, la questione è "di natura culturale". "Una cosa fondamentale che le donne devono ricordare – ha detto la Rodano – è che devono stare al loro posto non sostenute da uomini ma devono combattere da sole le loro battaglie. Il tema delle escort così come affrontato dai giornali è fastidioso: rendere personaggi queste donne è sbagliato. Le donne devono essere consapevoli che si può essere diversamente protagoniste".

Di a.furci

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