Al Teatro dell’Accento, diretto dal bravo Pascal La Delfa, il testo di Shara Guandalini che ha riscosso molto successo di pubblico e un coro di critiche positive

di Katia Olivieri
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Roma, mercoledì 3 dicembre 2009 – Al Teatro Accento, fino al 29 novembre Shara Guandalini ha presentato 39 fame da morire, che ha scritto e interpretato, con la regia di Pascal La Delfa. Lo spettacolo che sa farsi subito dramma ai limiti della modernità, tra le battute, abitini, e tecnologie della nuova generazione, è la storia di una ragazza che non possiamo vedere, né sentire, né toccare. Una ragazza trasparente che la madre accoglie dentro una bara, che le amiche ricordano e non sanno spiegarsi, che il padre insieme ad un’altra donna, forse, neppure si è accorto di aver avuto una figlia, un giorno, uno fra tanti. La ragazza, infatti, non ha neppure un nome, è un intestino vuoto, una bambina piccola, nata e cresciuta in una famiglia per bene, finché anche quest’ultima non si sgretola inesorabile nell’avaria dei sentimenti. Shara Guandalini, bravissima, versatile, poliedrica, veste mille panni, la tonaca del parroco, la pelliccia della madre, i blue jeans dell’amica del cuore, e con lei, sullo sfondo la voce del violino che l’accompagna, altro angelo di ragazza, Paola Mignini, vestita di bianco. Piccole spalle sulla quale incombe il mondo, come un macigno, come una pietra arida, ingolfata di telefonini, racchette, scaldamuscoli, appunti di scuola, e ancora tanta fame, di pane, e soprattutto d’amore.