L’11 febbraio allo Spazio Morgana un concerto per trio d’ance si intreccerà alla preziosa Commedia dell’Arte con le sue maschere

di Lilly Amato
lamato@lacittametropolitana.it

Roma, venerdì 06 febbraio 2009 – Oboe, clarinetto e fagotto suonati da un trio al femminile incontrano mercoledì prossimo allo Spazio Morgana le maschere della Commedia dell’Arte. Lo Spazio Morgana Music Inn, tempio del jazz, è anche luogo di concerti e spettacoli innovativi. Il coinvolgente concerto-spettacolo, presentato da Associazione Musamoi e per la regia di Maria Luisa Bigai, vede tre strumenti a fiato insieme alle maschere della Commedia dell’Arte resa viva dall’attore Raffaele Gangale. La commedia dell’arte è patrimonio insuperabile della cultura teatrale italiana, riletta in chiave agile e tesa dentro le sonorità della ricerca musicale del Novecento (Farkas, Hibert, Milhaud) nella sua qualità dinamica, ma col divertimento, la teatralità, il colore della più vitale tradizione teatrale.

Tale commedia si caratterizza per la natura antiaccademica e la mancanza di un testo scritto, oltre che e soprattutto per la presenza delle maschere. Alla fine del Seicento, epoca a cui risale la commedia dell’arte, la Chiesa era contraria all’improvvisazione, poiché non era possibile applicare alcuna forma di censura; era quindi contraria all’uso della maschera e alla presenza della donna sul palcoscenico, la quale iniziava qui ad assumere un ruolo importante. L’artigianato della maschera da commedia riprenderà vita nel ‘900, a ridosso dell’esperienza strehleriana. Amleto Sartori, scultore, reinventa la tecnica di costruzione della maschera in cuoio su stampo di legno. La maschera, che insieme al costume caratterizza fortemente lo stile di recitazione, viene spesso ad essere sinonimo stesso del personaggio.

Tre musiciste e un attore danzatore alternano momenti dedicati alla maschera e al teatro e a momenti di concerto. Il trio di ance Ianas è composto da Stefania Mercuri all’oboe, Simona Scarone al clarinetto, Alessandra Quatrana al fagotto. L’attore Raffaele Gangale, crotonese, salito alla ribalta dopo il film "Brancaccio", ha una vasta e internazionale esperienza teatrale. Tra i suoi maestri anche Albertazzi; ha vissuto a New York recitando al teatro di ricerca "Café la Mama". Ha studiato commedia dell’arte specializzandosi nel ruolo di Arlecchino, la maschera più nota in assoluto che rappresenta il servo imbroglione, perennemente affamato; ha partecipato a vari festival fra cui l’Avignon nel 1992 e festival de Autonodi Città del Messico nel 1993. Tra le sue esperienze cinematografiche, si ricordano  "Baaria" di G. Tornatore, "Gangs of New York" di M. Scorsese, dove è stato stunt man, e "La corsa dell’innocente" di C. Carlei, oltre alle partecipazioni televisive in "Distretto di polozia 4" e "Ris 2".