Dal 10 al 12 febbraio "Città", dal 13 al 19 "Rapid I Movement" e dal 26 febbraio al 1 marzo "Dio conta le lacrime delle donne". Il teatro Furio Camillo ospita l’arte in tutte le sue forme

di Lilly Amato
lamato@lacittametropolitana.it

Roma, mercoledì 11 febbraio 2009 – Un febbraio variopinto è appena iniziato al Teatro Furio Camillo. Fino al 12 è in scena "Città, spettacolo per corpi randagi", per la regia e testi di Pako Graziani e Alessandra Ferraro; un progetto multidisciplinare che nasce come tappa del percorso artistico che, dal 2007, ha visto collaborare alcuni componenti del gruppo musicale Torpedo (Federico Camici e Andrea Cota) con la formazione musicale hip-hop JunglaBeat (la cui voce, Indo, per la prima volta è anche attore) e con la compagnia di teatro Margine Operativo e il gruppo video Riot Generation Video. In Città si intrecciano musica, teatro e arte visiva. Dalla cultura urbana dell’hip-hop e della street art ai corpi degli attori in scena, alle sonorizzazioni live. Di cosa parla una città? Parla, forse, attraverso i suoi linguaggi artistici, delle sue strade. In uno spettacolo suggestivo, si svela la metropoli come incarnazione del vivere. E’ un viaggio visivo e sonoro in cui la città si racconta.

Dal 13 febbraio, Cirq’ulation locale, compagnia di circo teatro contemporaneo che nasce nel 2002 da un’idea del regista e direttore Jan Vermeersch, presenta Rapid I Movement. Dopo aver riscontrato, nel 2005, un grande successo da parte della critica francese ed europea, dal settembre del 2008 la compagnia ha contattato per il nuovo show "Rapid I Movement" artisti di tutto il mondo: dell’Argentina, Italia, Portogallo, Spagna e Francia, in modo da poter far apprezzare al pubblico differenti forme artistiche tra cui acrobatica, mano a mano, manipolazione, juggling e passing, danza contemporanea, clownerie e saltimbanchi, nonché teatro di strada. Gli artisti provengono da importanti scuole di formazione europee come Tiago Fonseca, Massimiliano Rossetti dalla scuola Superiore di Circo "The Circus Space" di Londra. Quattro gli spettacoli in attivo in Europa, in partecipazione in alcuni prestigiosi festival di circo e teatro.

Infine, dopo un’intensa varietà teatrale, dal 26 febbraio l’Associazione culturale La Differenza presenta Dio conta le lacrime delle donne, di Giovanni Greco. Spettacolo che nasce come riscrittura delle straordinarie "Troiane" di Euripide. La tragedia di Ecuba, Cassandra, Andromaca, Elena, l’unica greca, che aspettano sulla spiaggia di Troia, all’indomani della presa della città da parte dei Greci, di conoscere il loro destino di schiave, concubine, esuli, è spunto per esplorare il tragico, in una cultura come la nostra, che non riesce più a trascendere la cronaca su un piano universale. Il dolore, l’orrore sono così demitizzati. La tragedia diventa parodia, farsa, morte della tragedia stessa, diventa canto, ninnananna che sospende il male. Il mito si piega nella contemporaneità: Ecuba, la madre dolorosa, è un essere bestiale e cannibale; Elena, la più bella, forse non è mai esistita; Andromaca, la moglie ideale, vive un conflitto con la realtà e l’indovina Cassandra, destinata a non esser mai creduta, è "l’handicappata". Tutto nell’assenza del maschile, che resta una parvenza, un sogno, ma mai causa vera del lamento. Perché gli uomini, parafrasando quest’Ecuba, non sanno piangere, fanno forse piangere, ma non sono capaci di "piangere bello" come le donne sanno fare.